Il costo dei figli in Italia: rinunce e impatti economici
Uno studio rivela come i genitori italiani affrontano le spese per i figli
Avere un figlio nell’Italia dei bassi salari e dell’inflazione che morde le tasche dei lavoratori è sempre più difficile. A confermarlo c’è ora anche un report elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos che si intitola “Fragitalia, il costo dei figli”.
Secondo lo studio, i figli assorbono un terzo della spesa media mensile familiare, soprattutto per abbigliamento e calzature, libri scolastici, attività sportiva e pasti fuori casa. Ma i costi possono anche aumentare. Per molti italiani (un terzo del campione) la spesa per i figli arriva a percentuali comprese tra il 40% e il 70% del bilancio familiare.
Questo si traduce in rinunce e privazioni. Secondo il report, 6 genitori su 10 si vedono costretti a rinunciare ad acquisti per sé stessi, ad andare al ristorante e a ridurre le vacanze; mentre 3 su 10 hanno dovuto imporre rinunce ai figli per gli acquisti di abbigliamento, di un nuovo smartphone e per le uscite con gli amici.
- La spesa destinata ai figli rappresenta, in media, il 34% della spesa media mensile familiare. Ma, più in dettaglio, c’è anche chi arriva a destinare tra il 40 e il 70% delle spese familiari ai propri figli.
- In testa alla classifica delle voci che più incidono ci sono l’abbigliamento (63%), i testi e libri scolastici (51%), scarpe, borse e accessori e attività sportiva (48%), i pasti fuori casa (46%), seguite dal materiale scolastico, le spese mediche, lo svago e la mobilità (tutti al 45%).
- Quattro su dieci (il 41%) indicano le spese per rette scolastiche, universitarie e asilo. Le spese per i figli pesano, soprattutto, sul bilancio familiare dei genitori under 30 e dei residenti nelle isole, spiega il rapporto di Legacoop-Ipsos.
E, come anticipato, le spese si traducono spesso in rinunce personali. Il 66% dei genitori ha rinunciato ad acquistare qualcosa per loro stessi, il 60% ha rinunciato ad andare al ristorante ed ha ridotto il periodo di vacanza, il 58% all’acquisto di un’auto nuova. Il 51% ha dovuto tagliare sulla spesa alimentare scegliendo prodotti in offerta; il 39% ha dovuto rinunciare a una visita medica privata o l’ha dovuta rinviare.
Dal rapporto emerge che le rinunce hanno pesato maggiormente sui genitori under 50, su quelli residenti nelle isole e su quelli del ceto popolare. Ma spesso sono anche i figli a dover sottostare a delle rinunce quando, per motivi economici, le famiglie si vedono costrette a tagliare le spese.
- In particolare, il 37% ha dovuto rinunciare a spese per abbigliamento e scarpe e allo smartphone nuovo, il 30% alle uscite con gli amici, il 25% a un viaggio studio all’estero, il 23% a iscriversi al corso di studio che desiderava.
- I figli che si vedono imposte maggiori rinunce per motivi economici sono quelli dei genitori under 30, di quelli residenti nelle isole (dove la rinuncia allo smartphone raggiunge il 50%, ai viaggi di studi all’estero il 37% e all’iscrizione al corso di studi desiderato il 33%) e di quelli dei ceti popolari.