Cronaca

Tratta di esseri umani cinesi in Italia: l’operazione Chinese Shuttles

Indagine sulla moderna schiavitù cinese e traffico di persone

Tratta di esseri umani cinesi in Italia: l’operazione Chinese Shuttles

Un dettaglio rilevante è emerso nell’indagine Chinese Shuttles, condotta dalla polizia di frontiera di Trieste e coordinata dalla direzione distrettuale antimafia giuliana. L’operazione ha portato all’arresto di nove trafficanti e a 27 denunce nei confronti di 27 persone di origine cinese coinvolte in un vasto traffico di esseri umani dalla Cina all’Italia. Il particolare, definito crudo dal sostituto procuratore Federico Frezza, riguarda centinaia di fotografie che ritraggono numerose donne cinesi nude, con un passaporto in mano, vittime apparenti di quella che potrebbe essere considerata una delle tratte della moderna schiavitù cinese verso l’Italia.

La banda di passeur e trafficanti aveva stabilito la propria base logistica a Cazzago, frazione di Pianiga, in provincia di Venezia. Qui le persone venivano trattenute per un breve periodo prima di essere inviate verso altre destinazioni in Italia. Gli inquirenti si chiedono dove finiscano queste persone. Tra le città di destinazione spiccano Milano, Venezia e Prato, in Toscana, dove risiede da anni la più numerosa comunità cinese d’Italia. A volte il percorso proseguiva verso la Francia e la Spagna, apparentemente come un normale viaggio in Europa.

Dalla Cina, i migranti salivano su un aereo che, dopo uno scalo a Istanbul, atterrava a Belgrado, in Serbia. Successivamente, i cinesi attraversavano Bosnia, Croazia, Slovenia e infine arrivavano in Italia. La frontiera scelta dai 77 individuati durante le indagini era quella del Carso, alle spalle di Trieste. Durante la perquisizione a Cazzago sono stati trovati circa 10.000 euro in contanti, probabilmente provento dell’attività illegale, insieme a 86 passaporti e carte d’identità, di cui 54 chiaramente contraffatti. Inoltre, sono stati sequestrati 18 veicoli. È importante sottolineare che il primo arresto di un cittadino cinese coinvolto nel traffico di connazionali è avvenuto ad un valico di frontiera il 4 aprile scorso, durante i controlli successivi alla sospensione del regime di Schengen.