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Pozzi artesiani in Italia: tra tradizione e pericoli

La sfida della sicurezza idrica e della normativa regionale

Pozzi artesiani in Italia: tra tradizione e pericoli

Leonardo Sciascia, 43 anni fa, scrisse su Alfredino Rampi, il bambino morto a 60 metri di profondità dopo quasi 3 giorni di tentativi disperati e vani per salvarlo, che “si può andare sulla luna, ma non si può salvare un bambino caduto in un pozzo”. Oggi, con il caso del piccolo Vincenzo, ci si trova di fronte alla stessa sensazione di impotenza di fronte a una feritoia nel terreno che sfida la tecnologia e i mezzi di soccorso.

I pozzi artesiani, presenti in tutto il territorio italiano, sono profondi fino a oltre 100 metri e sfruttano la pressione naturale per far emergere l’acqua in superficie, senza l’ausilio di pompe meccaniche. Questa tipologia di pozzo è conveniente rispetto a quello freatico, che richiede un sistema di sollevamento per portare l’acqua in superficie. I pozzi freatici, meno profondi e con un diametro più ampio, raccolgono spesso acqua non potabile a causa della mancanza di una barriera protettiva.

Da secoli, i pozzi artesiani vengono utilizzati per l’irrigazione dei campi e per l’approvvigionamento domestico, ma la loro struttura stretta e profonda li rende pericolosi. In Italia, scavare un pozzo artesiano per uso domestico non è eccessivamente complicato, ma la normativa varia da Regione a Regione. È importante rispettare le autorizzazioni necessarie e evitare utilizzi impropri dell’acqua, che potrebbero contaminare le falde con concimi e pesticidi.

La scorsa estate, il Friuli Venezia Giulia ha emesso un’ordinanza di chiusura dei pozzi non utilizzati per contrastare lo spreco d’acqua, che ammonta a circa un miliardo di metri cubi all’anno, corrispondente al 20% del fabbisogno civile nazionale. Legambiente ha sottolineato la difficoltà dei controlli casa per casa, considerando che in Italia si stima la presenza di dieci milioni di pozzi, tra censiti, abusivi, attivi e abbandonati.

La mappatura dei pozzi artesiani, le normative non omogenee e i controlli difficili rappresentano sfide importanti. È fondamentale adottare misure per evitare sprechi d’acqua e garantire la sicurezza e la qualità delle risorse idriche del nostro Paese.

Recentemente, un bambino di 10 anni è morto annegato in un pozzo a Palazzolo Acreide mentre era in gita con il fratellino disabile, un’altra tragica testimonianza degli pericoli legati ai pozzi artesiani.