Polemica sui giudizi estetici in politica: attacchi a Ilaria Salis e Carola Rackete
Quando l'abbigliamento diventa argomento politico: critiche e reazioni nel mondo della destra
Vittorio Feltri, noto per le sue provocazioni, si è unito al coro di attacchi sociali scatenati da altri giornalisti di destra come Nicola Porro. Quest’ultimo, nei giorni scorsi, ha alimentato la cattiva condotta del pubblico contro Carola Rackete, colpevole, secondo loro, di non depilarsi le gambe. Il direttore del Giornale ha preso di mira Ilaria Salis per il suo abbigliamento ritenuto non adatto al ruolo di europarlamentare, definendola “vestita come una cameriera di Catanzaro, proprio la cosa più bassa che si possa immaginare”.
La polemica è nata da una foto che ritrae Salis insieme ad altri neo eurodeputati di Alleanza Verdi Sinistra, tra cui Mimmo Lucano e Carola Rackete, al Parlamento Europeo. Quest’immagine ha scatenato reazioni infuocate da parte di commentatori e esponenti di destra, che hanno attaccato le due donne per motivi estranei alla dialettica politica. A Rackete è stata contestata la scelta di non depilarsi e l’abbigliamento troppo sportivo, mentre Salis è finita al centro delle polemiche per presunti debiti legati all’occupazione abusiva di case popolari.
La situazione è diventata così tesa che è stata approvata una mozione in Consiglio Regionale della Lombardia che chiede di pignorare lo stipendio da eurodeputata di Salis fino al saldo del debito. Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha reagito duramente alle parole di Feltri, annunciando azioni legali contro di lui per le sue offese alla città e per le frasi razziste pronunciate.
Giusy Iemma, vicesindaca di Catanzaro e presidente dell’assemblea regionale Pd, ha commentato l’affermazione di Feltri riguardo a Ilaria Salis come “vestita come una cameriera di Catanzaro”, definendola un giudizio sprezzante e classista basato su stereotipi negativi. Ha difeso il lavoro delle cameriere e il patrimonio culturale della città, esprimendo solidarietà verso Salis e tutte le donne che difendono il diritto di vestirsi come preferiscono senza essere giudicate in base a stereotipi o commenti sessisti.