Cronaca

Omicidio e mistero sul Lago di Garda

La storia di Giacomo Bozzoli e il delitto dello zio imprenditore

Omicidio e mistero sul Lago di Garda

La conferma dell’ergastolo per Giacomo Bozzoli è giunta dalla prima sezione penale della Corte di Cassazione. Il 40enne era già stato condannato in primo e secondo grado per l’omicidio dello zio Mario Bozzoli, imprenditore di 52 anni proprietario di una fonderia a Marcheno, nel Bresciano, scomparso la sera dell’8 ottobre 2015. Secondo l’accusa, Mario Bozzoli sarebbe stato ucciso e gettato in un forno. La sentenza contro Giacomo Bozzoli è ora definitiva, senza vizi formali o logici riscontrati nei precedenti pronunciamenti. L’uomo dovrà scontare l’ergastolo in carcere.

Secondo l’accusa, anche un operaio della fonderia, Giuseppe Ghirardini, avrebbe partecipato alla distruzione del corpo di Bozzoli, ricevendo un compenso di cinquemila euro dal nipote dell’imprenditore. Ghirardini venne trovato morto in circostanze non del tutto chiare nei boschi di Valcamonica, sei giorni dopo la scomparsa di Mario Bozzoli. Riguardo al movente, i giudici di secondo grado hanno evidenziato dissidi economici legati alla fonderia come possibile causa dell’omicidio. Giacomo Bozzoli avrebbe avuto interesse economico a eliminare il suo zio, accusandolo di lucrare dalla società e ostacolare i suoi progetti imprenditoriali. Il nipote avrebbe manifestato più volte il desiderio di ucciderlo, senza esitazioni. L’omicidio di Mario Bozzoli sarebbe stato commesso con modalità atroci, senza suscitare alcuna esitazione in Giacomo. Dopo il crimine, il nipote avrebbe cancellato i messaggi compromettenti dal suo smartphone e mantenuto un atteggiamento freddo durante il processo.

Poche ore dopo la conferma dell’ergastolo da parte della Cassazione, i carabinieri si sono recati a casa di Giacomo Bozzoli, ma l’uomo non era presente. Nella sua abitazione sulle sponde del Lago di Garda, i militari non hanno trovato nessuna traccia di lui.

Staff
  • PublishedJuly 1, 2024