Il caso dei video deepfake con Giorgia Meloni: processo a Sassari
La presidente del Consiglio testimonia in aula contro la manipolazione grafica
Il processo a Sassari per diffamazione riprende oggi, martedì 2 luglio. Un uomo di 40 anni, sassarese, è accusato di aver pubblicato su un sito internet pornografico statunitense dei video contraffatti, in cui il volto della premier Giorgia Meloni è stato apposto sulle attrici a luci rosse originali. Si tratta di una manipolazione grafica al computer, un copia e incolla finito su un sito americano di video pornografici. Il viso è quello di Giorgia Meloni, ignara di tutto, mentre i corpi appartengono a vere attrici hard.
Oggi in aula è attesa la testimonianza della presidente del Consiglio dei ministri, costituitasi parte civile e chiamata a deporre come parte offesa. La premier non sarà presente fisicamente, ma dovrebbe testimoniare in videoconferenza direttamente da Roma. L’udienza è fissata per le ore 13 e si svolgerà nell’aula della Corte d’assise, dotata delle strumentazioni necessarie per il collegamento in diretta. Meloni è assistita dall’avvocata Maria Giulia Marongiu e ha annunciato la richiesta di risarcimento danni per 100mila euro, che saranno destinati al fondo del ministero dell’Interno per le donne vittime di violenza.
L’inchiesta è stata avviata dalla polizia postale di Sassari nel 2020, dopo una segnalazione da Roma. Gli agenti, tramite il nickname utilizzato sul sito internet, sono risaliti all’utenza telefonica da cui erano partiti i dati e hanno identificato i presunti autori dei video. Il 40enne, accusato di aver modificato dei filmati pornografici utilizzando software specifici per la manipolazione grafica dei video, ha apposto il volto di Giorgia Meloni sulle attrici hard. I video sono rimasti online per mesi, ottenendo milioni di visualizzazioni in tutto il mondo. Meloni ha sporto denuncia dopo che alcuni suoi collaboratori hanno scoperto la diffusione dei video deepfake.
Il 40enne e suo padre di 73 anni sono finiti a processo, difesi dall’avvocato Maurizio Serra. Il padre ha ottenuto la messa alla prova e l’affidamento a un programma di lavoro di pubblica utilità della durata di 4 mesi presso l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. L’eventuale risarcimento da versare nel fondo nazionale del ministero dell’Interno a sostegno delle donne vittime di violenza è una cifra simbolica, come spiegato dall’avvocata di parte civile, Maria Giulia Marongiu, che tutela Giorgia Meloni.
I video deepfake sono un problema che coinvolge tutti, generati da nuovi software di intelligenza artificiale. La maggior parte di essi sono a sfondo pornografico e le vittime principali sono donne, esposte a revenge porn e sfruttamento della propria immagine per fini sessuali. Questo fenomeno potrebbe presto minare anche le democrazie, come discusso in un articolo dedicato.