Storie

La traversata epica di Andrea Lanari nello Stretto

Un atleta senza mani e il coraggio di sfidare le correnti

La traversata epica di Andrea Lanari nello Stretto

Andrea Lanari ha affrontato le correnti dello Stretto con determinazione e grinta in un tuffo che ha rappresentato il suo riscatto personale. Nonostante la perdita delle mani in un grave incidente sul lavoro nel 2012, l’atleta marchigiano ha completato la traversata a nuoto in soli un’ora e ventisei minuti. Accanto a lui c’era il figlio Kevin, che lo ha sostenuto costantemente e ha deciso di accompagnarlo in questa impresa senza precedenti.

A supportare Andrea c’erano anche l’amico e ex collega Lorenzo Carnevalini e l’istruttore di nuoto Marco Trillini, con cui ha iniziato il percorso di preparazione atletica anni fa. La città di Messina ha dimostrato un forte sostegno a Lanari, considerando il problema delle morti bianche non marginale. Lo Stretto, alle 11 di mattina, sembrava quasi incoraggiare l’atleta, placando le sue correnti per il suo tuffo epico.

Mentre tante persone osservavano dalla riva, tra cui i delegati dell’Anmil, associazione attiva da 80 anni nella tutela delle vittime del lavoro, una decina di barche guidate da Giovanni Arena e Nino Fazio dell’associazione sportiva dilettantistica Ulisse ha seguito Lanari in mare. Oltre trenta persone hanno deciso di affrontare la sfida insieme a lui, per motivi diversi: dalla volontà di superare se stessi all’allenamento, fino alla ricerca di una nuova vita dopo un incidente, come nel caso di un coraggioso 46enne di Castelfidardo.

Staff
  • PublishedJuly 2, 2024