Cronaca

Fuga di Giacomo Bozzoli: la caccia all’uomo sospettato dell’omicidio dello zio

La vicenda di Giacomo Bozzoli, condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio Mario, e la sua fuga in Francia.

Fuga di Giacomo Bozzoli: la caccia all’uomo sospettato dell’omicidio dello zio

Giacomo Bozzoli potrebbe essere in fuga dal 23 giugno, quando ancora la sua condanna all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, comproprietario di una fonderia a Marcheno, non era ancora definitiva. La Maserati Levante intestata all’imprenditore sarebbe stata ripresa alle 5.51 mentre transitava al casello di Manerba, in provincia di Brescia, due minuti più tardi Desenzano e alle 6.03 anche in un casello successivo. L’ultimo accesso su WhatsApp risalirebbe invece a poche ore prima. Il mandato di arresto internazionale non è stato ancora spiccato, ma l’ipotesi che il 39enne si trovi all’estero è sempre più concreta. Anche perché, secondo le indiscrezioni trapelate alla stampa, il suocero avrebbe raccontato agli inquirenti che Giacomo, la moglie e il figlioletto sarebbero in una località imprecisata della Francia.

Per ora comunque l’uomo è ricercato solo sul suolo nazionale. Sarebbero in corso dei tentativi per convincerlo a tornare e a costituirsi. I carabinieri, racconta BresciaToday, sono da giorni sono appostati fuori dalla sua villa di Soiano del Lago, da decenni di proprietà della famiglia Bozzoli. A Soiano, dove sono nato e conosco tutti, non ho mai incontrato né lui né la sua famiglia ha raccontato il sindaco Alessandro Spaggiari all’Adnkronos. Mai visti: né in chiesa, né al bar, né al ristorante. Mai visti da nessuna parte. Nel piccolo paese del Bresciano, meno di duemila abitanti, l’uomo risiede con la compagna e il figlio in una villa molto bella, in una posizione invidiabile ha aggiunto il primo cittadino. Ma la famiglia Bozzoli avrebbe anche altre proprietà, un’altra casa a Soiano, così come a Bedizzole e un’abitazione a Marcheno intestata al padre di Giacomo. Ci sarebbe poi anche un’altra proprietà in Sardegna. Tutte le case dei Bozzoli sono monitorate dalle forze dell’ordine. Ma per ora le ricerche sono state vane. Il padre dell’uomo avrebbe detto di non sapere dov’è il figlio. I vicini avrebbero riferito di non averlo visto almeno da 10 giorni.

Giacomo Bozzoli, i carabinieri davanti casa dell'imprenditore, LaPresse
Giacomo Bozzoli, i carabinieri davanti casa dell’imprenditore, LaPresse

La sentenza di condanna della Cassazione – che ha di fatto chiuso il caso – risale al 1° luglio. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, e poi confermato dall’esito dei processi, il nipote Giacomo avrebbe ucciso lo zio gettandolo in un forno della fonderia la sera dell’8 ottobre del 2015. Il movente sarebbe legato a dissidi di tipo economico legati alla fonderia di cui lo zio Mario era comproprietario insieme al padre del 39enne: Giacomo è l’unico in cui è risultato coesistere, unitamente all’odio ostinato e incontenibile (…) nei confronti della vittima, anche l’interesse economico per ucciderla riconducibile agli interessi societari e familiari si legge nelle motivazioni della sentenza di secondo grado. Quando i carabinieri hanno suonato al campanello della sua villa per notificargli l’ordine di carcerazione di Bozzoli però non c’era traccia. Nei confronti dell’uomo finora non era mai stata emessa alcuna misura cautelare: i pubblici ministeri non avevano ravvisato il rischio di inquinamento delle prove, né un concreto pericolo di fuga anche perché finora Bozzoli si era dimostrato sempre disponibile e reperibile.

Staff
  • PublishedJuly 3, 2024