Il traffico di armi camuffate: droni da guerra intercettati a Gioia Tauro
Scoperti container cinesi con droni per la Libia, sventato traffico illegale
Dal Mar Mediterraneo transitano anche armamenti camuffati sotto forma di generatori eolici per la produzione di energia elettrica, veri e propri cavalli di Troia utilizzati per introdurre droni da guerra in Libia, paese soggetto a un embargo dell’ONU sulle armi. Tuttavia, a volte il traffico di armi viene intercettato prima di raggiungere le coste libiche.
È quanto accaduto a Gioia Tauro, dove i finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e Monopoli e la Procura di Palmi, hanno sequestrato sei container provenienti dalla Cina. Inizialmente presentati come componenti per generatori eolici, si sono rivelati essere parti assemblabili del drone Wing Loong II, progettato in Cina per missioni di ricognizione e capace di trasportare fino a 12 missili aria-superficie.
Questi droni, una volta assemblati, superano le 3 tonnellate di peso, con una lunghezza di oltre 10 metri e un’apertura alare di circa 20 metri. Dovevano essere caricati su una nave diretta a Bengasi, in Libia, punto di ingresso di armi e miliziani russi controllato dal generale Khalifa Haftar e il suo clan, che dominano la Libia orientale e parti del sud del paese.
La Guardia di Finanza ha notato delle anomalie nella documentazione doganale dei container intercettati, ma i sospetti sono stati confermati dalla scansione radiografica eseguita dalla Dogana, che ha rivelato la presenza di fusoliere e ali di droni da guerra.
L’Italia ha scoperto i droni grazie a un’informazione proveniente dagli Stati Uniti, preoccupati per i crescenti legami tra Haftar e la Russia, che continua a fornire armi e truppe attraverso il porto di Tobruk per rafforzare la sua presenza militare in Africa.
La nave coinvolta nell’operazione è la Msc Arina, partita da Yantian, in Cina, e passata per Singapore prima di circumnavigare il Capo di Buona Speranza per evitare il Mar Rosso e il canale di Suez. Dopo essere entrata nel Mediterraneo, ha fatto scalo in Calabria, dove le autorità americane hanno segnalato il carico alle autorità italiane.
Il sequestro dei droni a Gioia Tauro potrebbe compromettere gli sforzi del governo italiano di stringere rapporti con Haftar per controllare i flussi migratori verso l’Italia.