Economia

Riassetto industriale in Italia: cessioni strategiche e incertezze future

Tim cede la rete a investitori stranieri, Ita Airways venduta a Lufthansa: analisi e prospettive

Riassetto industriale in Italia: cessioni strategiche e incertezze future

Due importanti operazioni di riassetto industriale hanno coinvolto l’Italia in due giorni consecutivi, con il passaggio di significativi asset a investitori stranieri. La cessione della rete Tim, nota come Netco, è stata seguita dalla vendita di Ita alla compagnia aerea Lufthansa. Il governo ha celebrato entrambe le operazioni come un grande successo, mentre il Movimento 5 Stelle le ha definite il “black Friday” dei patrioti, sottolineando un presunto svendita degli asset. Solo il tempo potrà stabilire se l’affare è stato vantaggioso per l’Italia o per gli acquirenti, o forse per entrambi.

Per Tim, la cessione della rete rappresenta un cambiamento epocale, con un consorzio guidato dal mega fondo americano Kkr che acquisirà il controllo insieme al Ministero dell’Economia, al Canada Pension Plan Investment Board, all’Abu Dhabi Investment Authority e al fondo infrastrutturale F2i, riuniti sotto la società Optics Bidco. Questi investitori, insieme a quelli italiani, pagheranno 18,8 miliardi di euro per uno degli asset più strategici del paese, che sarà gestito dall’ex amministratore delegato delle ferrovie Luigi Ferraris. Tuttavia, la maggior parte di questa cifra è rappresentata dal debito che Tim si libererà cedendo la rete, che ammonta a 13,8 miliardi di euro al netto di tutti gli aggiustamenti. Nonostante la possibilità che la cifra della cessione possa salire a 22 miliardi in determinate condizioni, Tim dovrebbe incassare circa 5 miliardi inizialmente, riducendo il suo debito netto a circa 8 miliardi. Tuttavia, con 17mila dipendenti e un mercato altamente competitivo da affrontare, rimane incerto se ciò sarà sufficiente a mantenere l’equilibrio finanziario in futuro.

La reazione in Borsa all’operazione non è stata entusiasta, con i titoli Tim che hanno registrato solo un modesto aumento e si mantengono vicino ai minimi storici intorno a 0,23 euro per azione. Inoltre, il principale azionista di Tim, la francese Vivendi, ha intentato una causa contro la società per la cessione della rete, che non è stata approvata in un’assemblea dei soci ma solo dal consiglio di amministrazione. Questa causa potrebbe avere conseguenze significative se i francesi dovessero prevalere.

Nel frattempo, la vendita di Ita Airways a Lufthansa per 325 milioni di euro rappresenta un ulteriore salvataggio per la ex compagnia di bandiera italiana, ora rinominata Ita Airways. L’accordo prevede la cessione del 41% alla compagnia aerea tedesca, con la possibilità di raggiungere il 100% in futuro. L’Antitrust dell’Unione europea ha imposto a Ita la cessione di circa 200 slot settimanali a Linate e l’apertura alla concorrenza su alcune rotte verso il centro Europa e gli Stati Uniti, per evitare restrizioni alla concorrenza derivanti dalla collaborazione commerciale tra le due compagnie.

Nonostante il plauso del governo per l’accordo, l’esperienza passata con Ethiad dimostra che le alleanze nel settore aereo possono essere complesse. Inoltre, la Corte costituzionale deve ancora decidere se Ita è obbligata a riassorbire i dipendenti ex Alitalia rimasti a terra dopo il fallimento della vecchia compagnia, una decisione che potrebbe influenzare gli equilibri economico-finanziari di Ita e non sarebbe ben accolta da Lufthansa.