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Ministra del Turismo Daniela Santanchè e il caso Visibilia: richiesta di rinvio a giudizio

Le accuse di falso in bilancio e truffa aggravata all'Inps nell'inchiesta che coinvolge Santanchè e altri

Ministra del Turismo Daniela Santanchè e il caso Visibilia: richiesta di rinvio a giudizio

La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per la ministra del Turismo Daniela Santanchè e altre 16 persone, tra cui il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero, oltre a tre società coinvolte nell’inchiesta per falso in bilancio relativa al caso Visibilia. Si tratta del gruppo fondato dalla senatrice di Fratelli d’Italia, dal quale ha poi ceduto cariche e quote nel 2022. Le opposizioni hanno commentato la situazione chiedendo alla ministra di “mettere le ali”, ma di farlo lontano dal governo.

Per il 9 ottobre è prevista l’udienza preliminare per la prima parte del caso Visibilia, che riguarda un presunto reato di truffa aggravata all’Inps in relazione alla cassa integrazione durante il periodo Covid. Tra gli imputati figurano Santanchè e altre due persone, tra cui Kunz, oltre a due società coinvolte.

Il caso Visibilia è emerso nel giugno 2023, quando il programma televisivo Report ha documentato presunte irregolarità all’interno delle aziende controllate dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè. L’inchiesta, denominata ironicamente “Open to fallimento”, ha messo in luce soprattutto problematiche legate a due società legate alla ministra: il colosso del biologico Ki Group e l’azienda editoriale Visibilia. Le criticità riguardano diversi aspetti, tra cui mancati pagamenti ai fornitori, bilanci poco trasparenti in rosso e dipendenti in attesa di liquidazione.

Particolare attenzione è stata posta sui debiti accumulati dalla Ki Group, azienda nel settore alimentare biologico acquisita da Santanchè insieme all’ex compagno. Si parla di debiti fino a 8 milioni di euro con i fornitori. Per evitare il fallimento, i due avrebbero creato una nuova società, la Ki Group S.r.l., con conseguenze negative per un’altra società fornitrice, l’AT&B, che ha dovuto affrontare licenziamenti. Dipendenti hanno denunciato di non aver ancora ricevuto il TFR, trattamento di fine rapporto, che sarebbe stato omesso. Per quanto riguarda la Visibilia S.r.l., si contesta legalmente un caso di cassa integrazione per una dipendente che avrebbe continuato a lavorare regolarmente, con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. Inoltre, sono emerse manovre di compravendite e prestiti oggetto di approfondimento da parte di Milano Today.

Le indagini della Procura di Milano hanno portato al rinvio a giudizio di Daniela per la prima parte dell’inchiesta Visibilia, incentrata sul presunto abuso della cassa integrazione in deroga Covid con alcuni dipendenti di Visibilia, messi in cassa integrazione a zero ore e retribuiti con denaro pubblico per un totale di oltre 126 mila euro erogati dall’Inps dopo gli interventi governativi. Secondo gli inquirenti, i 13 dipendenti avrebbero continuato a lavorare nonostante la cassa integrazione. Una relazione della guardia di finanza depositata in procura evidenzia che la decisione di ricorrere alla Cigs è stata presa insieme a Dimitri Kunz D’Asburgo, compagno di Daniela Santachè, e a Paolo Giuseppe Concordia, responsabile delle tesorerie di Visibilia Group. Dalle conversazioni emerge la presunta consapevolezza di un presunto schema illecito.

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