Chiara Ferragni: Accordi con l’Antitrust sul ‘caso uova griffate’
L'Antitrust chiude l'istruttoria sulle uova Ferragni e impegna le società coinvolte
Chiara Ferragni si trova in una situazione calda questo luglio. Dopo aver deciso di non proseguire con il ricorso contro l’Agcom riguardo al ‘caso pandoro’, rinunciando così a chiedere l’annullamento delle sanzioni per pubblicità ingannevole, ha raggiunto un accordo con l’Antitrust, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
L’Antitrust ha chiuso l’istruttoria avviata a gennaio sulle comunicazioni commerciali riguardanti le uova ”griffate Ferragni” pubblicizzate durante le festività pasquali del 2021 e 2022. Il procedimento coinvolgeva le società Fenice S.r.l., TBS Crew s.r.l. e Sisterhood S.r.l. (titolari dei marchi e dei diritti di Chiara Ferragni) e Cerealitalia Industrie Dolciarie s.p.a. (titolare del marchio ”Dolci Preziosi”). L’acquisto delle uova era legato a un’iniziativa benefica per ”I Bambini delle Fate”.
L’Antitrust voleva verificare se le informazioni sulle uova ”griffate Ferragni” potessero far credere ai consumatori di sostenere economicamente ”I Bambini delle Fate”. Questo processo è simile a quello del pandoro Balocco.
Tutte le società coinvolte nel procedimento hanno presentato impegni accettati dall’Antitrust. L’impegno principale prevede la devoluzione a ”I Bambini delle Fate” di almeno 1,3 milioni di euro nell’arco di tre esercizi finanziari, come contributo benefico per i consumatori che desideravano sostenere l’impresa sociale.
Le società si sono anche impegnate a separare in modo chiaro e permanente le attività commerciali da quelle benefiche, eliminando così il rischio di comunicazioni scorrette sul contributo alle iniziative benefiche tramite l’acquisto di prodotti o servizi.
L’Antitrust monitorerà l’attuazione degli impegni da parte delle società e, in caso di mancata adesione, potrà riaprire il procedimento e infliggere sanzioni fino a 10 milioni di euro. In caso di reiterata inadempienza, potrà sospendere l’attività aziendale per un massimo di trenta giorni.
Intanto, l’ex manager di Chiara Ferragni ha deciso di rompere il silenzio dopo mesi, smentendo di essere coinvolto nelle mail riguardanti il caso pandoro.