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Il caso dell’abbigliamento al volante: verità e leggende

Quando la moda infrange il codice della strada

Il caso dell’abbigliamento al volante: verità e leggende

Durante il tragitto verso l’Idroscalo di Milano, Alessandra Fumagalli, nota per la sua partecipazione come corteggiatrice nel programma televisivo condotto da Luca Daff, è stata fermata per un controllo da agenti della Polizia locale. L’episodio ha preso una piega inaspettata, come documentato dalla stessa ragazza sui social.

Dopo aver chiesto di visionare patente e libretto, uno degli agenti ha notato l’abbigliamento di Alessandra: una camicia sbottonata con il costume in vista. Secondo l’agente, tale outfit violava le norme di pubblico decoro. Con tono perentorio, ha ammonito la giovane sull’inadeguatezza del suo abbigliamento per la guida, sottolineando l’importanza del rispetto del pubblico decoro.

Le parole dell’agente hanno suscitato l’ilarità della ragazza milanese, che si è trovata a interrogarsi su quale norma del codice della strada potesse aver violato, non ricordando alcuna disposizione in tal senso. Il diverbio è proseguito fino a quando l’agente ha ripreso il controllo dei documenti.

È importante sottolineare che nel Codice della Strada non esistono limitazioni riguardanti l’abbigliamento durante la guida. L’unico articolo che fa riferimento all’abbigliamento, l’articolo 169, stabilisce che il conducente debba avere la piena libertà di movimento per garantire una guida sicura. Pertanto, non vi è alcun divieto nel guidare indossando un costume da bagno.

Va precisato che esistono ordinanze specifiche che vietano di passeggiare in costume da bagno o con abiti troppo succinti in determinate aree, come ad esempio il centro storico, ma tali disposizioni non si applicano al caso contestato all’ex corteggiatrice.

Il diverbio con l agente di Polizia locale-2
Il diverbio con l agente di Polizia locale-2

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