Inchiesta sulle trattative dell’area dei Pili a Venezia
Presunti conflitti d'interesse e indagini coinvolgono sindaco e assessore
L’inchiesta che ha portato all’arresto dell’assessore alla mobilità del comune di Venezia, Renato, ha messo sotto i riflettori l’area lagunare dei Pili. Il capo di imputazione esatto non è ancora noto, ma rientra nei reati contro la pubblica amministrazione. Anche il sindaco di Venezia, Luigi Boraso, è tra gli indagati. La vicenda ruota attorno alle trattative di vendita dell’area dei Pili all’imprenditore Brugnaro Chiat Kwong Ching, di Singapore, situata all’imbocco del ponte translagunare Mestre e di proprietà del sindaco dal 2006.
L’area dei Pili, in passato contaminata da rifiuti tossici come fosfogessi radioattivi della vicina raffineria Eni, è stata oggetto di progetti di bonifica e di trasformazione in area verde urbana. Tuttavia, per realizzare progetti edilizi sarebbe stato necessario un intervento di bonifica dal costo di circa 160 milioni di euro. Il Comune ha quindi deciso di mettere l’area all’asta, e la società vincitrice è stata quella del futuro sindaco, Porta di Venezia.
Brugnaro, già proprietario dell’agenzia per il lavoro Umana e della squadra di basket Reyer, aveva progetti di costruzione di un palazzetto dello sport e altre strutture nell’area dei Pili. Tuttavia, il progetto è rimasto in sospeso per oltre 10 anni. Nel 2015, con l’elezione di Brugnaro, il potenziale conflitto d’interessi è stato affrontato affidando la proprietà dell’area e della società Porta di Venezia a un blind trust.
Nel 2017 è emersa la proposta di acquisto dell’area Pili da parte del magnate di Singapore Chiat Kwong Ching, proposta che non si è concretizzata. Le critiche delle opposizioni e le inchieste giornalistiche hanno evidenziato presunti conflitti d’interesse legati alla trattativa. Documenti presentati dall’imprenditore Claudio Vanin hanno portato all’apertura di un’indagine della guardia di finanza nei confronti di Brugnaro e dell’assessore Boraso.
Le opposizioni comunali hanno chiesto le dimissioni di Brugnaro, sottolineando presunti comportamenti incompatibili con il ruolo ricoperto. L’inchiesta della procura ha portato all’emissione di un avviso di garanzia a favore del sindaco, per valutare la correttezza della gestione del blind trust. Il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha sottolineato la trasparenza dell’attività investigativa, affermando che l’avviso di garanzia è stato emesso per garantire chiarezza e correttezza nei confronti del sindaco.