Cronaca

Riduzione condanna per omicidio della madre: il caso di Rosa Fabbiano

La drammatica vicenda giudiziaria e le motivazioni dietro il delitto

Riduzione condanna per omicidio della madre: il caso di Rosa Fabbiano

La condanna di Rosa Fabbiano è stata ridotta in appello: la donna, riconosciuta colpevole dell’omicidio della madre ottantacinquenne Lucia Cipriano avvenuto nel 2022 a Melzo (Milano), è stata condannata a 20 anni di reclusione, anziché 26 come in primo grado. I giudici della corte di assise d’appello di Milano hanno dato prevalenza alle attenuanti generiche sulle aggravanti, come richiesto dalla procura generale.

Secondo la ricostruzione dei fatti, Lucia è stata strangolata nella vasca da bagno e successivamente il suo cadavere è stato mutilato e sigillato con un telo nella vasca stessa. La data della morte risale a qualche settimana prima del ritrovamento dei resti, avvenuto il 26 maggio 2022. Fabbiano non ha rivelato il crimine a nessuno fino a quando una delle sue sorelle è andata a trovare la madre. Solo allora, dopo aver impedito alla parente di entrare nel bagno, ha confessato e chiesto di accompagnarla in caserma.

Il movente del delitto, secondo il pubblico ministero, è da ricercare nella situazione di disagio e insoddisfazione che la donna stava vivendo al momento dei fatti. Oltre alla lontananza di una delle sorelle e al difficile rapporto con il marito disabile, Fabbiano si era anche presa cura dell’anziana madre in una condizione di estremo bisogno.

L’avvocato Roberta Ligotti, difensore di Fabbiano, sostiene che non ci siano prove dell’omicidio e ipotizza che il disfacimento del cadavere potrebbe essere avvenuto dopo una morte naturale dell’anziana. In aula, l’avvocato ha sottolineato che la figlia non riesce ad accettare la perdita e vive un profondo senso di colpa per essere stata l’unica a prendersi cura della madre.

Anche il procuratore generale Francesca Nanni ha evidenziato che rispetto alle altre sorelle, l’imputata si era assunta un compito estremamente difficile, poiché prendersi cura degli anziani in quelle condizioni è un’esperienza atroce che può far sentire molto sole le persone coinvolte.