Cronaca

Tragedia nel lago del bioparco: morte di Anisa e interrogativi sulle responsabilità

Indagine per omicidio colposo e dibattito sulla sicurezza nei centri estivi

Tragedia nel lago del bioparco: morte di Anisa e interrogativi sulle responsabilità

Anisa, una bambina di soli sette anni, ha perso la vita annegando nel lago del bioparco di Caraglio, nel Cuneese, mentre partecipava a un’attività del centro estivo. La procura di Cuneo ha avviato un’indagine per omicidio colposo, al momento senza indagati definiti, al fine di chiarire le responsabilità legate alla tragedia. Gli inquirenti si stanno concentrando sull’analisi della catena di controlli che avrebbero dovuto evitare l’incidente. Il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore Alberto Braghin, che collabora con il procuratore aggiunto Ciro Santoriello.

Anisa faceva parte di un gruppo organizzato dal centro estivo della parrocchia di Demonte, il paese della valle Stura in cui viveva con la sua famiglia. Durante l’uscita, i responsabili si sono accorti della sua assenza e hanno immediatamente avviato le ricerche. Le operazioni di ricerca hanno coinvolto squadre dei vigili del fuoco provenienti da diverse città, il soccorso alpino e la guardia di Finanza. Purtroppo, il corpo della bambina è stato ritrovato senza vita dai sommozzatori dei vigili del fuoco sul fondo del lago del bioparco.

La tragedia ha sollevato interrogativi sul ruolo degli accompagnatori presenti, in particolare dei due maggiorenni, e dei bagnini del bioparco, composto da due persone e un assistente. Gli inquirenti stanno valutando le responsabilità di ciascun soggetto coinvolto, considerando la complessità del quadro giuridico. Al momento, sembra meno probabile che i gestori della struttura siano coinvolti, a meno che non emergano gravi negligenze da parte loro.

È stata disposta un’autopsia sul corpo di Anisa per determinare le cause del decesso e verificare se possa esserci stato un malore improvviso. Il bioparco, chiamato AcquaViva, è stato inaugurato nel 2022 a Bottonasco, nella bassa Valle Grana, su una superficie di quindici ettari in una ex polveriera militare. Al suo interno si trova il Biolago, un lago balneabile, e un bacino d’acqua di oltre 50mila metri cubi, con il Biolago che viene definito il più grande d’Italia con i suoi 3.400 metri quadri di estensione.

La tragedia di Anisa si aggiunge a quella di Vincenzo, un bambino di dieci anni deceduto il 27 giugno dopo essere caduto in un pozzo artesiano a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, durante un’altra attività estiva. Gli indagati in questo caso includono il proprietario del terreno dove si trova il pozzo e un’educatrice di 54 anni che si è gettata nel pozzo nel tentativo di salvare il bambino.

La Società italiana di medicina ambientale (Sima) ha evidenziato che, solo nell’arco di poche settimane, sono già diciannove le persone decedute in fiumi e laghi italiani, sottolineando la necessità di maggiori controlli e prevenzione sul territorio. Ogni anno, in Italia, si registrano circa 400 decessi per annegamento, mentre a livello mondiale si contano 2,5 milioni di morti per annegamento nell’ultimo decennio. I bambini tra 1 e 4 anni sono le vittime più frequenti, seguiti da quelli tra 5 e 9 anni, secondo l’Oms.