Politica

Scontro interno nel Movimento 5 Stelle: Conte vs Grillo

La battaglia per il futuro del Movimento e la regola dei due mandati

Scontro interno nel Movimento 5 Stelle: Conte vs Grillo

Nel governo Meloni, Antonio Tajani sta creando non pochi problemi ai suoi alleati. Dall’altra parte, si assiste a uno scontro interno nel Movimento 5 Stelle, con il fondatore e garante Beppe Grillo da una parte e l’ex premier Giuseppe Conte dall’altra. Quest’ultimo ha lanciato l’iniziativa della costituente pentastellata, articolata in tre fasi e culminerà in un’assemblea il 19 e 20 ottobre.

Per molti ex parlamentari e attivisti vicini a Grillo, l’iniziativa di Conte sembra mirare a superare la regola dei due mandati trasformando il Movimento 5 Stelle in un partito più centralizzato. Tuttavia, Conte respinge queste accuse, sottolineando che il processo costituente è aperto a tutti per discutere temi e obiettivi strategici del Movimento, con già 8 mila contributi pervenuti in soli quattro giorni.

Grillo ha reagito duramente, affermando che simbolo, nome e doppio mandato non sono negoziabili. Questo veto ha sorpreso Conte, che ha evidenziato come Grillo abbia sempre sostenuto la democrazia dal basso, ma ora sembra voler imporre limiti e condizionare i risultati.

All’interno del partito, sono soprattutto gli eletti a mettere in discussione la regola dei due mandati, ritenuta responsabile della mancanza di una leadership forte e dei risultati deludenti, come alle ultime elezioni europee. Grillo, al contrario, auspica che questa regola diventi legge per tutti i partiti, ignorando il rischio di incostituzionalità.

Conte ha replicato a Grillo anche sulle questioni del simbolo e del doppio mandato, sottolineando che il fondatore del Movimento ha assunto impegni che lo vincolano a non interferire sull’utilizzo del simbolo, già modificato più volte e registrato a nome dell’associazione del Movimento 5 Stelle. Riguardo al doppio mandato, Conte ha evidenziato che la discussione è in corso da tempo e ha già portato a modifiche, senza voler condizionarne l’esito ma rilevando che in alcune elezioni locali la regola potrebbe penalizzare il Movimento.