Cronaca

Moussa Sangare: il caso dell’omicidio di Sharon Verzeni

La verità dietro il delitto e le motivazioni oscure dell'assassino

Moussa Sangare: il caso dell’omicidio di Sharon Verzeni

Il giudice per le indagini preliminari di Bergamo, Raffaella Mascarino, ha convalidato il fermo e disposto il carcere per Moussa Sangare, l’uomo che ha ammesso di aver ucciso Sharon Verzeni. La decisione è stata presa in seguito alla richiesta della Procura e alla contestazione delle aggravanti della premeditazione e dei futili motivi da parte del pubblico ministero Emanuele Marchisio. Sangare è stato ritenuto capace di intendere e volere.

Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, il giudice ha affermato che lo stato mentale di Moussa Sangare è integro, come attestato dai medici che lo hanno visitato nel reparto di psichiatria al suo ingresso in carcere. Non è stata riscontrata alcuna patologia psichiatrica, né remota né recente. Inoltre, Sangare ha dichiarato di non aver consumato alcolici né droghe la sera dell’omicidio.

Durante l’interrogatorio in carcere, Sangare ha rivelato di aver voluto conservare il coltello con cui ha commesso l’omicidio di Sharon Verzeni come ricordo. Ha spiegato di non averlo gettato nel fiume perché desiderava tenerlo come memoria del suo gesto. A differenza degli altri oggetti gettati nell’Adda, Sangare ha seppellito il coltello vicino all’argine e ha confermato di volerlo conservare come souvenir.

Nonostante le motivazioni possano sollevare dubbi sul suo stato mentale, il giudice ha evidenziato che Sangare sembrava lucido nel momento dell’omicidio, come dimostrato da una serie di comportamenti sia prima che dopo il delitto. Questi comportamenti, come la scelta del bersaglio più vulnerabile, la perdita e il recupero del berretto in bicicletta, il nascondere il coltello e cambiare aspetto, indicano uno stato mentale pienamente integro.

La giudice ha sottolineato che l’omicidio sembra essere stato commesso da un individuo influenzato da noia e privo di occupazione stabile, immerso in valori esaltati da un genere musicale che promuove la violenza e la sottomissione. Sangare, che aveva come passatempo lanciare coltelli a una sagoma di cartone, potrebbe aver cercato emozioni forti per provare una scarica di adrenalina seguita da benessere e relax.

Intanto, il personale del reparto investigazioni scientifiche dei Carabinieri ha effettuato un dettagliato sopralluogo presso l’abitazione di Sangare a Suisio, dove è stato indagato per l’omicidio di Sharon Verzeni. Alcuni reperti ritenuti di interesse investigativo sono stati prelevati per ulteriori analisi presso i laboratori del RIS di Parma.