Riforma tassa di soggiorno in Italia: novità e impatti
Dal 2025 ogni Comune potrà decidere l'applicazione dell'imposta
Dal 2025 ci saranno importanti cambiamenti riguardo alla tassa di soggiorno in Italia. Ogni Comune avrà la facoltà di decidere se applicare questa imposta nei propri territori. Il governo, in seguito all’accordo con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci), prevede di introdurre questa novità nella prossima manovra finanziaria. L’obiettivo è utilizzare i proventi di questa tassa per finanziare il decoro urbano e la sicurezza.
Attualmente, solo alcune città avevano la possibilità di imporre la tassa di soggiorno, ma a partire dai prossimi mesi questa opportunità si estenderà a tutti i 7.900 Comuni italiani, su base volontaria. Questo significa che molti cittadini dovranno affrontare un nuovo onere fiscale.
La cifra da versare, attualmente variabile tra uno e dieci euro a seconda della struttura ricettiva, potrà essere stabilita autonomamente da ciascun Comune. Tuttavia, ci sarà un limite massimo e regole uniformi per tutti, con fasce di prezzo proporzionali al costo della stanza e calcolate per persona. Queste norme saranno definite in un tavolo tecnico che si riunirà la prossima settimana.
L’obiettivo del governo è trasformare questa tassa in un’imposta finalizzata a sostenere il settore turistico, garantendo anche interventi di decoro urbano e sicurezza. Secondo il viceministro all’economia, Maurizio Leo, si mira a semplificare le procedure per gli albergatori e consentire ai Comuni di controllare la componente finanziaria in modo più efficace.
La ministra del turismo, Daniela Santanchè, sottolinea l’importanza di distribuire equamente questa imposta per favorire lo sviluppo turistico senza penalizzare i residenti. Anci ha accolto positivamente la decisione, sottolineando l’importanza di garantire parità di introiti e semplificazione delle procedure.
Nel 2023, l’imposta di soggiorno ha generato un introito complessivo di 702 milioni di euro. Città come Roma, che applica un prelievo medio di 5,5 euro (10 euro nelle strutture di lusso), hanno incassi annuali superiori ai 100 milioni di euro. Attualmente, la tassa di soggiorno varia da 1 a 10 euro e coinvolge diverse città italiane come Milano, Roma, Firenze e Venezia.
La tassa di soggiorno è dovuta da tutti coloro che soggiornano in strutture ricettive come alberghi, agriturismi, bed & breakfast e affitti tramite piattaforme come Airbnb. È importante evitare aumenti e garantire che l’imposta sia equa e trasparente per favorire il turismo e la competitività del settore ricettivo italiano.
Organizzazioni come Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel seguono con attenzione il dibattito sulla riforma dell’imposta di soggiorno. Esse sottolineano la necessità di evitare aumenti e semplificare le procedure, assicurando che i proventi siano destinati al turismo in modo trasparente e efficace.