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Scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina: accordo e tensioni internazionali

Liberati 206 prigionieri di guerra, tensioni crescenti tra Ucraina, Russia e alleati

Scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina: accordo e tensioni internazionali

La Russia e l’Ucraina hanno raggiunto un accordo sullo scambio di prigionieri di guerra. Oggi, Mosca e Kiev hanno liberato 103 prigionieri ciascuno, per un totale di 206 persone. Secondo il ministero della Difesa russo, i soldati russi rilasciati erano stati catturati nella regione russa di Kursk durante un raid delle truppe ucraine ad agosto, che avevano temporaneamente controllato quasi 1.300 chilometri quadrati di territorio russo.

Attualmente, i prigionieri rilasciati si trovano in Bielorussia, paese alleato della Russia, dove stanno ricevendo assistenza psicologica e medica, oltre alla possibilità di contattare i propri familiari. L’Emirati Arabi Uniti hanno svolto un ruolo di mediazione nell’operazione di scambio, la quale rappresenta l’ottava mediazione del paese mediorientale tra Mosca e Kiev. Tre settimane fa, Abu Dhabi ha contribuito al rilascio di 230 persone coinvolte nel conflitto.

Non è la prima volta che Russia e Ucraina trovano un accordo per il rilascio di prigionieri di guerra, nonostante le ostilità in corso. Nel corso dei due anni e mezzo di conflitto, i due paesi sono riusciti a scambiare centinaia di prigionieri, spesso con la mediazione degli Emirati Arabi Uniti, dell’Arabia Saudita o della Turchia.

L’attuale scambio di prigionieri avviene in un momento in cui la situazione bellica in Ucraina sta assumendo una nuova direzione. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso la volontà di utilizzare i missili a lungo raggio forniti dagli alleati occidentali contro il territorio russo.

Dopo l’incontro tenutosi ieri a Washington tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro britannico Keir Starmer, durante il quale è stata discussa l’eventualità di autorizzare l’uso dei missili britannici Storm Shadow per colpire più in profondità la Russia, non è stata presa alcuna decisione definitiva. I due leader dei paesi NATO hanno rinviato la questione, probabilmente per timore di una reazione decisa da parte della Russia nei confronti dell’Alleanza Atlantica, come minacciato da Putin.

La Finlandia e la Svezia non si sono opposte all’uso, da parte dell’Ucraina, di missili a media-lunga gittata per colpire il territorio russo a fini difensivi.