Misteriosa morte di Alex Marangon dopo rito sciamanico con ayahuasca
Indagini in corso sull'uso dell'allucinogeno e le circostanze sospette
I test tossicologici hanno fornito importanti dettagli sul caso di Alex Marangon, il giovane barman di 25 anni trovato morto in circostanze misteriose dopo aver partecipato a un rito sciamanico presso l’abbazia Vidor a Treviso nella notte tra il 28 e il 29 giugno. Durante l’evento, il ragazzo aveva assunto ayahuasca, una sostanza allucinogena, nonostante gli organizzatori, Andrea Zuin e Tatiana Marchetto, avessero negato il suo utilizzo, parlando invece di “purghe”. Un messaggio vocale inviato da Alex a un amico poco prima della sua morte conferma che era consapevole dell’assunzione della sostanza durante il rito imminente.
Stefano Tigani, legale della famiglia Marangon, ha dichiarato al Corriere Veneto che le informazioni emerse non sono sorprendenti, poiché corrispondono a quanto la famiglia ha sempre sostenuto. Questo nuovo elemento chiarisce la questione dell’affidabilità delle fonti e fornisce una base per ulteriori indagini. La famiglia ha indicato diversi punti che spera vengano considerati nell’inchiesta in corso.
Il corpo di Alex è stato ritrovato nel fiume Piave il 2 luglio, ma le circostanze esatte della sua morte rimangono oscure. Secondo alcuni partecipanti al rito, il giovane si sarebbe allontanato dalla sala cerimoniale, sarebbe uscito all’aperto e, in uno stato di confusione, sarebbe caduto nel fiume dalla terrazza dell’abbazia. Tuttavia, l’autopsia ha rivelato fratture incompatibili con una semplice caduta, e durante un sopralluogo successivo non sono state trovate prove di una caduta dal parapetto.
La famiglia di Alex ritiene che qualcuno stia mentendo riguardo a quella notte. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio, ma al momento nessuno è stato formalmente indagato. L’ayahuasca è una sostanza vietata, e la conferma dei test tossicologici potrebbe accelerare lo sviluppo delle indagini.
