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Attacco con cercapersone esplosivi: implicazioni e ricostruzione

Un attacco senza precedenti scuote Libano e Siria, sospetti su Israele

Attacco con cercapersone esplosivi: implicazioni e ricostruzione

Tutti gli indizi convergono verso una direzione univoca: i cercapersone in possesso dei miliziani di Hezbollah che sono esplosi simultaneamente martedì pomeriggio in Libano e Siria erano stati manomessi, non solo hackerati. L’attacco, non rivendicato, lascia pochi dubbi sulla possibile implicazione di Israele. Secondo una ricostruzione del New York Times, accanto alla batteria di ogni cercapersone sarebbe stata piazzata una piccola carica di esplosivo, di appena 30-60 grammi, con un interruttore per causare le esplosioni a distanza.

Alle 15:30 in Libano, i cercapersone hanno ricevuto un messaggio che sembrava provenire dalla leadership di Hezbollah, ma che ha invece fatto detonare migliaia di dispositivi contemporaneamente, un attacco senza precedenti. I dispositivi erano programmati per emettere un segnale acustico prima di esplodere, come riferito da funzionari citati dal New York Times. Un membro del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione ha dichiarato che i dispositivi avrebbero emesso un segnale di circa 10 secondi, durante i quali i possessori li avrebbero avvicinati al volto per leggere il messaggio.

Viene esclusa l’ipotesi che le detonazioni siano state causate solo dalle batterie al litio, poiché le dimensioni e la potenza delle esplosioni indicano un diverso scenario. Esperti come Mikko Hypponen e Carlos Perez suggeriscono che le batterie fossero state trasformate in esplosivi. La pianificazione dell’attacco potrebbe risalire al 13 febbraio, quando il leader di Hezbollah ha ordinato di smettere di usare telefoni per evitare intercettazioni israeliane.

Hezbollah avrebbe ordinato migliaia di cercapersone del marchio Gold Apollo, principalmente del modello Ar924. Tuttavia, il capo della Gold Apollo ha precisato che non erano prodotti direttamente dalla sua azienda ma da un distributore europeo con licenza. L’attacco ha causato 11 morti e almeno 4mila feriti, tra cui l’ambasciatore iraniano in Libano, Mojtaba Amani, che ha perso un occhio e sarà trasferito a Teheran per le cure.

Uno dei cercapersone esplosi
Uno dei cercapersone esplosi
Staff
  • PublishedSeptember 18, 2024