Economia

La sfida dell’auto elettrica in Europa: crisi imminente?

Le pressioni sui produttori europei di auto per rispettare le normative sull'emissione di CO2

La sfida dell’auto elettrica in Europa: crisi imminente?

Nel 2035, in tutta Europa sarà vietata la vendita di auto a benzina e diesel. Tuttavia, sorgono dubbi sulla capacità dei produttori europei di passare all’elettrico senza causare crisi economiche e sociali. Bruxelles potrebbe quindi essere spinta a rivedere i suoi piani. Il momento cruciale è atteso per il prossimo anno, quando le case automobilistiche europee dovranno aumentare la produzione di veicoli puliti per rispettare il percorso verso l’addio ai motori a combustione. Si prevede che una vettura su cinque dovrà essere elettrica, altrimenti si rischiano pesanti multe. Un obiettivo che l’Acea, l’associazione dei costruttori europei, ritiene irraggiungibile e chiede di posticipare.

Secondo il regolamento Ue sugli standard prestazionali delle emissioni di CO2 per le autovetture nuove e i veicoli commerciali leggeri nuovi, nel 2025 l’intero parco auto venduto in Europa non potrà superare un’ emissione media di 94 grammi di CO2 per chilometro. Tuttavia, i dati più recenti dell’Agenzia europea per l’ambiente indicano che nel 2023 la media era di 106,6 grammi. La situazione si è ulteriormente complicata quest’anno a causa dei risultati deludenti nella produzione e vendita di auto elettriche. Si teme che alla fine del 2024 i produttori europei abbiano prodotto meno veicoli elettrici rispetto all’anno precedente, situazione che coinvolge anche i furgoni. Di conseguenza, l’Acea ha lanciato l’allarme, chiedendo alla Commissione europea di modificare la tabella di marcia.

Senza una deroga da parte di Bruxelles, la quota di mercato delle auto elettriche nell’Unione europea dovrebbe aumentare al 20-22% del totale dei veicoli venduti nei prossimi mesi, mentre attualmente si attesta al di sotto del 15%. Luca de Meo, presidente dell’Acea e amministratore delegato di Renault, ritiene che raggiungere questo obiettivo sia quasi impossibile e che i produttori europei rischiano di pagare una multa complessiva di 15 miliardi di euro solo nel 2025. Una sanzione che aggraverebbe ulteriormente la crisi del settore, già sotto pressione dalla concorrenza di Tesla e Cina. De Meo avverte che il settore potrebbe essere costretto a ridurre significativamente la produzione, mettendo a rischio milioni di posti di lavoro e danneggiando i consumatori, con conseguenze negative sulla competitività e sulla sicurezza economica dell’UE. La situazione dei lavoratori della sede Audi di Bruxelles, minacciati di licenziamento a causa della chiusura dell’impianto di produzione della Q8 e-tron elettrica, sembra essere un segnale preoccupante.

Al momento, la Commissione sembra non essere incline ad accogliere l’appello dell’Acea. Il portavoce dell’Unione europea, Tim McPhie, ha dichiarato che il target per il 2025 permette ai produttori di sviluppare una strategia di conformità completa e che gli obiettivi stabiliti nel regolamento del 2019 rimangono invariati, consentendo quindi la definizione di un piano adeguato per la transizione. Non tutti i produttori auto sono d’accordo con la richiesta dell’Acea. Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, ha preso le distanze da de Meo, sottolineando che le regole sono note da tempo e che tutti hanno avuto il tempo di prepararsi per la transizione.