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Israele dietro gli attentati con i cercapersone in Libano e Siria

Rivelazioni sconvolgenti sull'operazione segreta e le conseguenze devastanti

Israele dietro gli attentati con i cercapersone in Libano e Siria

Sarebbe stata Israele a produrre i cercapersone che sono esplosi simultaneamente in Libano e Siria, causando almeno 9 morti e il ferimento di altre 2800 persone, tra civili e membri di Hezbollah. Questa rivelazione è stata fatta al New York Times da tre ufficiali dell’intelligence israeliana che erano a conoscenza dell’operazione. Il piano, secondo quanto riportato, sarebbe stato elaborato da Tel Aviv in un periodo di almeno due anni, considerando che i dispositivi hanno iniziato ad essere inviati in Libano nel 2022.

Secondo gli ufficiali, Israele avrebbe creato almeno due società fittizie per rendere difficile risalire ai veri produttori dei cercapersone, i quali erano collegati ai servizi segreti israeliani. Ad esempio, la Bac Consulting, l’azienda ungherese presunta produttrice dei cercapersone con il marchio Gold Apollo, sarebbe in realtà una società fantasma dietro cui si nasconde l’azione israeliana. Questo scenario potrebbe spiegare alcune ambiguità emerse sull’azienda.

Le informazioni fornite dagli ufficiali israeliani al quotidiano statunitense indicano che i cercapersone hanno iniziato ad essere spediti in Libano nel 2022 e la fornitura è aumentata successivamente a causa delle disposizioni del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Quest’ultimo ha chiesto ai membri dell’organizzazione di smettere di utilizzare gli smartphone, considerati intercettabili da Israele, e ha imposto l’uso dei cercapersone ritenuti più sicuri. Nasrallah sarebbe stato preoccupato per messaggi anonimi che indicavano un miglioramento delle capacità di hacking da parte di Israele sui telefoni. Per questo motivo, ha vietato l’uso dei cellulari durante le riunioni e ha ordinato di non comunicare i piani tramite smartphone, vietando anche le app di messaggistica criptata.

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La sede della Bac Consulting KFT a Budapest, Ungheria (LaPresse)

Nel frattempo, l’azienda giapponese Icom ha dichiarato di aver interrotto la produzione del modello di walkie-talkie presumibilmente utilizzato nel secondo episodio di esplosioni avvenuto il 18 settembre. Le detonazioni di quel giorno hanno causato almeno 20 vittime e oltre 450 feriti. Al momento non è possibile stabilire quanti di loro siano civili, ma il numero si aggirerebbe sicuramente sulle centinaia, considerando che le esplosioni si sono verificate in luoghi pubblici come mercati, negozi e strade.

Israele non ha rilasciato dichiarazioni in merito, mentre in Libano la popolazione è scesa in strada per protestare nel mezzo del disorientamento. Il premier Najib Mikati ha annunciato che il suo governo si sta preparando a possibili scenari. Hassan Nasrallah, capo di Hezbollah, ha promesso una vendetta sanguinosa per questi attacchi, affermando che saranno sicuramente puniti in modo unico.

Staff
  • PublishedSeptember 19, 2024