Tragedia a Nuoro: il mistero dietro l’orrore familiare
Un'indagine sulla strage che ha sconvolto una comunità
La tragedia che ha colpito Nuoro ha visto come vittime il piccolo Francesco e il vicino di casa Paolo Sanna, uccisi da Roberto Gleboni, operaio forestale di 52 anni che ha poi deciso di togliersi la vita. Nel reparto di Rianimazione dell’ospedale San Francesco di Nuoro, mercoledì sera sono state avviate le procedure per accertare la morte cerebrale del bambino. Purtroppo, Francesco è andato in arresto cardiaco durante la notte e il suo cuore ha cessato di battere. Successivamente, è stato dato il via libera all’espianto degli organi di Paolo Sanna. Al momento, la madre del killer è in prognosi riservata, mentre il figlio 14enne sembra essere fuori pericolo.
La dinamica della strage non lascia spazio a dubbi: Gleboni ha utilizzato una pistola semiautomatica calibro 7.65, probabilmente in seguito a una lite. La tragedia ha avuto inizio intorno alle 7 del mattino, mentre su Nuoro si stava abbattendo un violento temporale. Dopo aver sparato alla moglie Maria Giuseppina Massetti, uccidendola con un colpo alla testa, l’uomo si è diretto verso le camere dei figli, uccidendo la figlia maggiore Martina e poi i due più piccoli. Successivamente, uscito di casa, ha incontrato il vicino Paolo Sanna, pensionato di 69 anni, colpendolo mortalmente alla testa. Infine, si è recato dall’anziana madre, 83enne, sparandole e poi togliendosi la vita con un colpo alla tempia.
Il movente dietro a questa tragedia rimane un mistero. I vicini descrivono la famiglia come unita, senza mai aver sentito litigi provenire dall’appartamento. Roberto Gleboni, fino a ieri, non aveva mai destato sospetti. Operaio di Forestas e membro sindacale, era considerato gentile e cordiale da tutti. Nessuno avrebbe mai immaginato che potesse compiere un gesto così atroce. Un vicino di casa ha raccontato: “Era una persona tranquillissima e molto disponibile. Giorni fa mi avevano rubato la macchina e lui mi voleva prestare la sua perché sapeva che mi serviva”. La figlia Martina gli aveva dedicato la tesi di laurea, definendolo “all’amore più grande della mia vita”. La madre Giusi era descritta come una donna semplice che viveva per i figli, e insieme avevano aderito a una campagna contro la violenza sulle donne.
Pur non essendoci denunce contro di lui, alcune fonti anonime parlano di una possibile separazione in corso. Tuttavia, queste voci non sono state confermate dagli inquirenti. Il procuratore generale di Cagliari ha sottolineato l’importanza di trovare il movente dietro a questa tragedia. La Procura di Nuoro e le forze di polizia stanno lavorando per rispondere alle domande che angosciano la comunità. La procura per i minorenni di Sassari segue la situazione dei minori superstiti.