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ChatGPT o1: Il Nuovo Modello di Intelligenza Artificiale di OpenAI

Rivoluzionario modello addestrato con reinforcement learning per la risoluzione di problemi complessi

ChatGPT o1: Il Nuovo Modello di Intelligenza Artificiale di OpenAI

OpenAI ha annunciato il lancio del suo nuovo modello di intelligenza artificiale, ChatGPT o1, progettato per migliorare le capacità di ragionamento e risoluzione dei problemi rispetto ai modelli precedenti. Questo nuovo modello è disponibile in due varianti: o1-preview, il più potente adatto a compiti complessi, e o1-mini, più accessibile e veloce per problemi meno difficili.

Il modello è stato addestrato utilizzando il reinforcement learning, una tecnica di Machine Learning che consente al modello di riflettere più a lungo sui problemi prima di rispondere, individuando varie strategie e riconoscendo i propri errori. Questo approccio permette a ChatGPT o1 di elaborare i problemi passo dopo passo, simile al modo in cui agiscono gli esseri umani.

Le aspettative sono alte per questo nuovo modello, con Joanne Jang di OpenAI che cerca di moderarle, sottolineando che o1 eccelle in compiti complessi e continuerà a migliorare nel tempo. Anche Ethan Mollick, professore alla Wharton Business School, ha definito il modello “affascinante”.

Nonostante i progressi, l’intelligenza artificiale non risolve ancora problemi completamente nuovi. Ad esempio, confrontando o1 con il precedente GPT-4o in un esame di matematica, o1 ha risolto l’83% dei problemi rispetto al 13% di GPT-4o. Questo perché i modelli sono allenati per specifici obiettivi e test ripetitivi.

OpenAI o1 è in grado di risolvere enigmi testuali e automatizzare molte operazioni, ma rimane indietro rispetto a GPT-4o in contesti come la navigazione online e l’elaborazione di file e immagini.

L’introduzione di ChatGPT o1 segna un punto di svolta nello sviluppo dell’IA, alzando l’asticella delle capacità delle macchine nel comprendere e risolvere problemi complessi. Tuttavia, alcuni utenti segnalano che o1 non supera GPT-4o in tutte le metriche e che i tempi di risposta possono essere lenti.

Nicola Mazzari, professore associato presso l’Università degli Studi di Padova, utilizza l’intelligenza artificiale con i suoi studenti per scrivere correzioni degli esami, notando che il modello ha ancora dei limiti nelle domande più sottili che richiedono creatività. Suggerisce ai suoi studenti di utilizzare ChatGPT come tutor e di discutere insieme i limiti delle risposte, ritenendo che sia un’esperienza utile per comprendere i punti di forza e di debolezza dell’IA.

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