Economia

Concordato fiscale 2024/2025: novità e opportunità per i contribuenti

Il decreto omnibus introduce nuove regole per la regolarizzazione delle imposte evase

Concordato fiscale 2024/2025: novità e opportunità per i contribuenti

Il decreto di riordino fiscale in discussione al Senato si è trasformato in un contenitore di norme eterogenee, culminando in un decreto ribattezzato “omnibus” che include addirittura una sorta di condono fiscale. Tra le disposizioni inserite in questo decreto, su cui il governo porrà la fiducia al Senato prima di tornare alla Camera per il voto definitivo il 2 ottobre, spicca un emendamento firmato da Orsomarso (FdI), Garavaglia (Lega) e Damiani (FI) che amplia il concordato fiscale. Questa nuova norma rende più allettante il patto biennale con il Fisco riservato alle partite Iva, consentendo di regolarizzare le imposte evase negli anni precedenti senza pagare sanzioni e rateizzando l’importo in 24 rate.

Per aderire al concordato 2024/2025 e beneficiare del ravvedimento per mettersi in regola con il fisco anche per gli anni 2018-2022, i contribuenti hanno tempo fino al 31 ottobre 2024. Possono versare un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle addizionali, usufruendo di modalità di calcolo della base imponibile e di aliquote agevolate in base al proprio indice di affidabilità fiscale. Più alto è l’indice di affidabilità, meno si paga. Ad esempio, per i contribuenti con un indice di affidabilità fiscale (Isa) pari a 10, è possibile dichiarare solo il 5% dell’imponibile evaso, mentre per quelli con un Isa inferiore a 3, la percentuale sale al 50%. L’aliquota dell’imposta sostitutiva varia dal 10% al 15% a seconda del livello di affidabilità fiscale. Inoltre, per gli anni 2020-2021, l’imposta sostitutiva viene ridotta del 30%.

Il versamento dell’imposta sostitutiva può avvenire in un’unica soluzione entro il 31 marzo 2025 o in un massimo di 24 rate mensili. Anche per l’IRAP, la base imponibile è calcolata in base all’indice di affidabilità, con un’aliquota fissa del 3,9%. Chi aderisce al concordato e usufruisce del ravvedimento vede prorogati i termini di decadenza per l’accertamento fino al 31 dicembre 2027. Per coloro che aderiscono al concordato senza ravvedimento, i termini di decadenza sono prorogati al 31 dicembre 2025.

Il governo mira a intensificare la lotta all’evasione fiscale e a reperire risorse per estendere il taglio dell’Irpef anche al ceto medio attraverso il nuovo ravvedimento. Secondo il dossier fiscale, il ravvedimento speciale per chi aderisce al concordato preventivo biennale comporterà un costo di circa 986 milioni in 5 anni. Tuttavia, come sottolinea il presidente della commissione Finanze e cofirmatario dell’emendamento, Massimo Garavaglia, si tratta di una copertura formale necessaria nonostante le norme contribuiscano effettivamente ad aumentare le entrate fiscali.