Politica

Pontida 2022: Discorsi e polemiche sulla sovranità e l’immigrazione

Salvini, Orban e Vannacci protagonisti dell'evento politico

Pontida 2022: Discorsi e polemiche sulla sovranità e l’immigrazione

Dopo l’avvio burrascoso di ieri, 5 ottobre, a Pontida è ora il giorno di Roberto Vannacci e degli ospiti internazionali. Primo fra tutti Viktor Orban, accolto sul palco da Salvini con un abbraccio, tra l’entusiasmo della folla.

Buongiorno popolo di Pontida, festeggiamo Salvini in Ungheria come un eroe, ha difeso i confini e le case degli italiani. Anzi ha difeso pure l’Europa, meriterebbe una onorificenza e non un processo, esordisce il premier ungherese.

Contro Salvini è in corso una vergogna, della sinistra, lui è un patriota europeo, prosegue tra gli applausi. Orban: “Occupare Bruxelles, portiamo lì i migranti irregolari”. A dominare è il tema dell’immigrazione. Se i flussi irregolari non cesseranno, ha minacciato Orban, noi da Budapest i migranti li porteremo a Bruxelles e li deporremo davanti agli uffici. “Se vogliono quei migranti che se li tengano!”

“Non credete che sia impossibile, noi siamo l’esempio vivente”, ha proseguito, rivolto al pubblico, “non facciamo entrare gli illegali, noi difendiamo i confini. Chi vuole entrare deve aspettare il permesso e deve farlo fuori dai nostri confini”. E sui diritti civili da noi il padre è uomo e la madre è donna e questo resta così anche se la sinistra internazionale si mette contro. “Oggi l’Ungheria è il paese più sicuro d’Europa”.

“I burocrati in Unione Europea seguono i loro interessi, non quelli dell’Europa, se continua così sarà la rovina”, ammonisce ancora il premier ungherese. E prosegue: “Da Bruxelles arrivano soldi alla sinistra che ci combatte, faranno cadere i nostri governi nazionali, Bruxelles deve essere ripresa, occupata, e tolta alla gente che sta lì”.

Vannacci: “La cittadinanza? I nostri nonni se la sono guadagnata”. Grande entusiasmo anche per l’arrivo di Vannacci, accolto sulle note di “Generale” di De Gregori. L’abbraccio con Salvini, i ringraziamenti al popolo di Pontida, poi le parole sopra le righe sui temi più scottanti e divisivi della maggioranza.

Primo fra tutti la legge sulla cittadinanza, a poche ore dalla presentazione e dello “Ius Italiae” da parte di Tajani. “La cittadinanza se la sono guadagnata i nostri nonni sul Carso, questa è la nostra cittadinanza”, scandisce dal palco l’europarlamentare della Lega.

“Se andaste in Arabia dopo 5 anni di scuola non sareste arabi, non c’è reciprocità”, avverte. “Così in Marocco, Tunisia…”. Tajani ha fatto una proposta e noi non siamo d’accordo, io non sono d’accordo. “Io l’ho valutata attentamente e non sono d’accordo perché la cittadinanza non si vende, non si regala, non si svende, non si mette su un banchetto del mercato”, chiarisce.

Sul suo ruolo all’interno della Lega precisa: “Io oggi sono qua. Dicevano che Vannacci ‘prendeva il taxi’, io invece credo nella parola data e nell’onore, hanno paura perché il vento soffia in tutta Europa, non molleremo di un millimetro. Se prenderò la tessera della Lega? Ne parleremo, ne discuteremo, ma ciò non toglie nulla. Io sono qua con la Lega, faccio campagna elettorale per la Lega, c’è tantissima gente che supporta quello che io dico e quello che promuovo ed, essendo io nella Lega, fa bene a me e fa bene alla Lega.”

Vannacci sul palco (Instagram)
Vannacci sul palco (Instagram)

Sul tema dell’immigrazione l’ormai ex generale non manca di rimarcare il suo sostegno al segretario sul caso Open Arms: “Vi chiamano estremisti ma noi rispettiamo gli elettori. Crediamo nelle nostre tradizioni, nei nostri costumi. Non vogliamo cedere la nostra sovranità. Non la vendiamo nemmeno a quelle forze politiche che vogliono regalare la cittadinanza. La cittadinanza ce la siamo guadagnata, è figlia di chi ha combattuto e difeso la patria. Difendere la patria non può essere un reato. Salvini ha difeso i confini. Noi siamo qui per difenderlo. Siamo qui per il nuovo corso della Lega.”

Salvini: “Paghino i banchieri, non gli operai”. Salvini inizia il suo intervento parlando di autonomia differenziata: “Dopo 30 anni di battaglie, è realtà e legge dello Stato, e indietro non si torna”. “È il futuro, è merito, efficienza. Chi ha paura sono i politici di sinistra che rubano da cinquant’anni”, insiste.

Una riforma fortemente sostenuta anche da Luca Zaia: “Per noi è la Pontida delle Pontide. Con l’autonomia finalmente ce l’abbiamo fatta. Non siamo egoisti, vogliamo l’equa distribuzione del benessere”, spiega tra gli applausi il governatore. “Il centralismo ha prodotto 3 mila miliardi di debito pubblico. Bisogna cambiare paradigma.”

Parlando della manovra, invece, Salvini intima: “Se qualcuno deve pagare qualcosa in più, paghino i banchieri e non gli operai”. Sulle scelte di politica economica, la parola è poi passata a Giancarlo Giorgetti: “Grazie perché ho l’opportunità di spiegare cosa successo in questi giorni”, esordisce, tornando sul caso dell’intervista in cui aveva parlato di “più sacrifici per tutti” in vista della nuova legge di bilancio.

“È un’intervista che io ho dato, non alla Gazzetta dello Sport, ma a Bloomberg”, ha precisato, che “mi chiedeva se il governo aveva in animo di fare la tassazione delle banche e gli extraprofitti”. “Io ho semplicemente detto che i sacrifici li devono fare tutti, in base all’articolo 53 della Costituzione che fa riferimento a ‘chi ha più capacità contributiva'”, ha sottolineato il ministro dell’Economia.

“Facendo quella intervista avevo ben in mente quello che ha fatto questo governo e quello che ho fatto in questi anni”, ha sottolineato, citando le partite Iva che hanno avuto beneficio dalla flat tax e gli operai dal taglio del cuneo fiscale. “Penso all’operaio di Lumezzane”, ha aggiunto, “questi fanno i sacrifici ed è giusto che i sacrifici li faccia anche qualcun altro”, conclude Giorgetti.