Fedez minaccia di uccidere: la notte dell’aggressione a Cristiano Iovino
Rissa al The Club: Fedez, ultrà rossoneri e il Tapiro d'oro a Striscia
La notte dell’aggressione al personal trainer Cristiano Iovino, Fedez avrebbe pronunciato le parole “Lasciatemi stare che lo ammazzo! Io sono di Rozzano”. L’episodio ha visto la partecipazione di due ultrà rossoneri, amici del rapper, Christian Rosiello e Islam Hagag (alias Alex Cologno), attualmente agli arresti nell’ambito dell’inchiesta sulle curve di Inter e Milan. Questa sera a Striscia la notizia (Canale 5, ore 20.35), Valerio Staffelli consegnerà il Tapiro d’oro a Iovino.
Il personal trainer, quando gli viene chiesto perché non abbia querelato i responsabili dell’aggressione, risponde: “A me il dente non l’ha rotto nessuno: se c’è stato un dente rotto, non era il mio”. Staffelli gli chiede se Fedez abbia comprato il suo silenzio, ma Iovino risponde: “Ma quali soldi, magari”. Il servizio completo sarà trasmesso questa sera a Striscia.
Negli ultimi giorni sono emerse nuove testimonianze sulla rissa avvenuta al The Club, nella notte tra il 21 e il 22 aprile. La vicenda è agli atti dell’inchiesta “Doppia curva” dei pm della Dda di Milano Paolo Storari e Sara Ombra, che ha portato all’arresto di 19 ultrà di Inter e Milan. La rissa si è trasformata in un pestaggio ai danni di Iovino, con schiaffi e bottiglie che volavano nel privé del locale milanese.
Christian Rosiello, bodyguard di Fedez, si è scagliato contro un ragazzo, mentre la sicurezza del The Club ha dovuto intervenire per sedare la rissa. Iovino è stato ritrovato con il volto sporco di sangue e i vestiti strappati. Nonostante ciò, ha rifiutato l’ambulanza e se ne è andato. Fedez, agitato, ha minacciato di uccidere il ragazzo coinvolto, dichiarando di essere di Rozzano.
Fedez e Cristiano Iovino hanno raggiunto un accordo transattivo, con il personal trainer che rinuncia ad azioni penali nei confronti del rapper per l’aggressione avvenuta sotto il suo appartamento a Milano. L’indagine per rissa, invece, può procedere d’ufficio.
