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Crisi in Medio Oriente: Ostaggi, Combattimenti e Minacce a Israele

Tensioni crescenti tra Israele, Hamas e Hezbollah con possibili implicazioni nucleari

Crisi in Medio Oriente: Ostaggi, Combattimenti e Minacce a Israele

Mentre Israele commemora le 1200 vittime dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, la guerra a Gaza continua e i combattimenti si intensificano nel sud del Libano. Le azioni israeliane mirano al ritorno dei 60mila israeliani sfollati dal nord del Paese ebraico e alla liberazione degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza.

Secondo le autorità israeliane, Hamas tiene ancora più di 60 ostaggi vivi, mentre l’intelligence americana stima che possano essere meno, al massimo una cinquantina. Il gruppo palestinese aveva rapito 251 persone, principalmente civili, il 7 ottobre 2023. Finora, 105 ostaggi sono tornati vivi in Israele dopo la tregua raggiunta lo scorso novembre. Alcuni ostaggi israeliani sono purtroppo deceduti mentre erano in custodia di Hamas, anche a causa dei bombardamenti israeliani sulla Striscia.

La questione degli ostaggi è centrale nelle trattative per un cessate il fuoco con Hamas. Il gruppo palestinese ha affermato che la situazione degli ostaggi nella Striscia di Gaza è molto difficile, come dichiarato da Abou Obeida, portavoce delle brigate al-Qassam di Hamas, in un video diffuso recentemente.

Hamas, sostenuto dal movimento sciita libanese Hezbollah, ha lanciato diversi razzi verso il centro di Israele e Tel Aviv, segnando il primo attacco su una grande città israeliana da agosto.

La capitale israeliana è stata colpita da un missile proveniente da Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, secondo quanto comunicato dall’esercito israeliano (IDF), che ha fatto scattare le sirene di allarme aereo. Nella giornata del primo anniversario dell’attacco di Hamas, Israele è stato colpito da 135 missili lanciati dal sud del Libano e uno dallo Yemen dagli Houthi, ma le forze israeliane sono riuscite ad intercettare e abbattere il proiettile grazie al sistema di difesa Arrow.

Israele si trova ad affrontare diverse minacce su sette fronti, come dichiarato dal premier Benjamin Netanyahu all’Assemblea Generale dell’ONU. Queste minacce includono Hezbollah sostenuto dall’Iran nel nord, Hamas a Gaza, gli Houthi nello Yemen, i terroristi in Cisgiordania e le milizie sciite in Iraq e Siria.

Oggi, l’aeronautica militare israeliana ha attaccato oltre 120 obiettivi terroristici di Hezbollah nel sud del Libano, colpendo anche il quartier generale dell’intelligence del gruppo sciita libanese. In Iran, è iniziato il conto alla rovescia in attesa di una possibile risposta militare da parte di Israele dopo l’attacco di martedì scorso.

Alcuni esperti ipotizzano che l’Iran potrebbe considerare la costruzione e l’uso di armi nucleari come unica forma di deterrenza, dopo il fallimento nel causare danni significativi a Israele nel recente attacco missilistico. Inoltre, la situazione in Medio Oriente si è ulteriormente complicata con il coinvolgimento del presidente russo Vladimir Putin, che si incontrerà con il rappresentante iraniano per discutere della situazione nella regione.

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Il premier Netanyahu all’Assemblea generale dell’Onu (LaPresse)
Staff
  • PublishedOctober 8, 2024