Stallo nei negoziati del contratto metalmeccanico in Italia
Frizioni e tensioni tra sindacati e industriali, rischio di scioperi nel settore
La trattativa sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici tra Federmeccanica-Assistal e i sindacati di categoria Fiom, Fim e Uilm è attualmente in una fase di stallo, caratterizzata da frizioni e rotture. Questa trattativa coinvolge circa 1,6 milioni di lavoratori e 30mila aziende, rappresentando un settore chiave dell’economia italiana, con una quota dell’8% del Pil nel 2022.
L’inizio del confronto risale alla primavera, quando è stata presentata una piattaforma comune, ma da allora si sono susseguite continue battute d’arresto. Il prossimo incontro è previsto per giovedì 10 ottobre, ma l’atmosfera è tesa e si paventa la possibilità di una rottura totale, con l’ipotesi di scioperi tra i lavoratori del settore.
Le sigle sindacali avevano avanzato richieste significative, tra cui un aumento salariale e una riduzione dell’orario di lavoro, ma queste proposte sono state respinte dagli industriali come non sostenibili dal punto di vista economico. L’incontro fissato per giovedì prossimo si preannuncia cruciale, con Federmeccanica e Assistal pronte a presentare la loro proposta di rinnovo contrattuale.
Tuttavia, se le distanze tra le richieste sindacali e la proposta delle aziende dovessero rimanere significative, si rischia la rottura del tavolo negoziale e l’avvio di un periodo di tensioni e conflitti nelle aziende metalmeccaniche italiane, con possibili agitazioni e mobilitazioni che potrebbero culminare in scioperi e in un periodo di instabilità per un settore già provato da una congiuntura complessa.
Uno dei principali punti di discussione riguarda i salari. I sindacati chiedono un aumento di 280 euro sul trattamento economico minimo per il triennio 2024-2027, ma questa richiesta è stata giudicata insostenibile da Federmeccanica-Assistal. Secondo le aziende, gli adeguamenti salariali già effettuati in base all’inflazione rappresentano un incremento significativo, che va considerato nell’ambito del contratto attuale.
Oltre agli aspetti salariali, i sindacati pongono l’accento sull’orario di lavoro, proponendo una riduzione progressiva verso le 35 ore settimanali e miglioramenti nella conciliazione tra lavoro e vita privata. Anche in questo caso, le posizioni delle parti sembrano distanti, con le imprese che sottolineano la flessibilità già prevista nei contratti attuali.
Altri temi in discussione riguardano il welfare, con richieste di aumenti dei benefit flessibili e miglioramenti nei fondi sanitari e previdenziali a disposizione dei lavoratori del settore. Le posizioni delle parti restano distanti su diversi fronti, e il prossimo incontro si preannuncia decisivo per il futuro delle relazioni industriali nel settore metalmeccanico italiano.