Identify Me: Uniting Europe to Solve Unsolved Cases of Unidentified Women
Join the Effort to Bring Closure and Justice to Victims and Families
Sei paesi europei e l’Interpol hanno unito le forze per risolvere 46 casi irrisolti che coinvolgono donne non identificate i cui resti sono stati trovati anni fa in tutta Europa. La maggior parte delle donne è stata uccisa o è morta in circostanze sospette o rimaste senza spiegazione. L’iniziativa prende le mosse dal successo dell’appello di Identify Me, lanciato nel maggio 2023 per identificare 22 donne trovate decedute, che ha ricevuto circa 1.800 segnalazioni dal pubblico.
Alcuni casi riguardano l’Italia. Vediamo quali sono.
- I quattro casi italiani su cui indaga anche l’Interpol
Il primo caso segnalato relativo all’Italia è quello della donna con i tatuaggi di pantera e scorpione. Il cadavere è stato trovato il 25 maggio 2008 a Carbonara di Po (Mantova). Si tratta di una ragazza tra i 20 e i 30 anni con i capelli biondi. Indossava una maglietta stampata con scritta: Batista (il lottatore), pantaloni bordeaux, scarpe da corsa Nike. Aveva due tatuaggi: uno sulla scapola destra raffigurante una pantera, e un altro sulla spalla sinistra raffigurante uno scorpione con il numero 5 o la lettera S sul dorso. Indossava poi tre anelli, due bracciali e una collana. Il corpo era avvolto in tre sacchi di nylon neri.
C’è poi la donna con l’orologio. Il corpo è stato trovato il 23 gennaio 2004 ad Asso, Como, in una zona boschiva. Indossava una giacca sintetica bordeaux, un maglione in cotone beige a maniche lunghe, pantaloni beige, stivali neri con tacco. Nessun tatuaggio o altri segni distintivi.
Il terzo caso risale al 14 giugno 2001 ed è stato ribattezzato la donna nella scatola di cartone. Il ritrovamento è avvenuto a Genova. Si tratta di una donna tra i 30 e i 40 anni. Indossava una camicia da notte chiara. Il corpo della donna è stato trovato all’interno di una scatola di cartone in via dei Fregoso. La vittima aveva tre piercing su ciascun lobo dell’orecchio e aveva ingerito capsule contenenti cocaina. La sua morte è stata causata dalla rottura di una delle capsule.
Il quarto caso italiano è quello della giramondo. Si tratta di una donna trovata morta il 13 novembre 2007 in via di Cavagliano a Prato. Aveva tra i 50 e i 60 anni. Indossava pantaloni scuri, scarpe sportive e portava una borsa a tracolla nera. Il corpo è stato trovato impiccato a un albero in un parco. In una borsa appesa vicino al corpo c’erano un serie di oggetti: una mappa di Vancouver, Canada, sulla quale era stato cerchiato il Victoria Conference Centre, con le parole: Conferenza 2427 settembre, una mappa dell’aeroporto di Copenaghen, una copia della rivista Scientific American con richiesta di abbonamento relativa a un indirizzo postale in Arizona, Stati Uniti. E ancora un articolo sull’uso dei laser in dermatologia, con indirizzo a Cambridge, Regno Unito, scritto sul retro. Infine le pagine di una rivista con una fotografia della famiglia reale danese e un’etichetta per i bagagli della Scandinavian Airlines.
I particolari di ciascun caso sono disponibili sulla pagina web Identify Me di Interpol, con le ricostruzioni facciali di alcune delle donne e le foto degli oggetti che avevano al momento del ritrovamento.
Vogliamo identificare le donne decedute, dare risposte alle famiglie e rendere giustizia alle vittime. Ma non possiamo farlo da soli. Ecco perché stiamo chiedendo al pubblico di unirsi a noi in questo sforzo – dice il segretario generale dell’Interpol, Jürgen Stock -. Il loro aiuto potrebbe fare la differenza. Anche la più piccola informazione può essere fondamentale per aiutare a trovare la soluzione a questi casi irrisolti. Che si tratti di un ricordo, di una segnalazione o della condivisione di un racconto, il più piccolo dettaglio potrebbe aiutare a scoprire la verità. Il pubblico potrebbe essere la chiave per svelare un nome, un passato e per rendere la giustizia a lungo attesa.