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Giappone: Protezione dai Clienti Molesti nel Settore Terziario

L'ordinanza di Tokyo contro il kasuhara e le misure adottate dalle aziende

Giappone: Protezione dai Clienti Molesti nel Settore Terziario

Recentemente in Giappone si è assistito a un aumento dei casi di abusi verbali nei confronti dei lavoratori del settore terziario da parte dei clienti, dimostrando che il detto “il cliente ha sempre ragione” non è sempre valido. Questo fenomeno ha spinto le autorità della prefettura di Tokyo a introdurre un’ordinanza, la prima nel paese, per proteggere i dipendenti da queste molestie, con l’obiettivo di contrastare il kasuhara, termine giapponese che indica appunto le molestie dei clienti.

L’ordinanza, che entrerà in vigore ad aprile, non prevede al momento sanzioni, ma stabilisce che nessuna persona può molestare i dipendenti in nessun contesto e che la società nel suo complesso dovrebbe impegnarsi nella prevenzione di tali abusi. È compito delle singole aziende proteggere i propri dipendenti, e alcune di esse hanno già adottato misure in tal senso. Ad esempio, un grande magazzino di Tokyo ha introdotto linee guida che prevedono l’espulsione dei clienti molesti, che vengono segnalati alla polizia.

Altre tre prefetture giapponesi stanno valutando l’adozione di misure simili, mentre alcuni comuni e aziende hanno deciso di consentire ai dipendenti di mostrare solo il proprio nome sui badge identificativi, per garantire una maggiore sicurezza. Al contrario, alcune aziende, come Nintendo, hanno dichiarato che non tollereranno comportamenti violenti.

Questo problema sociale ha attirato l’attenzione degli analisti, che ritengono che l’ordinanza possa dissuadere i clienti aggressivi mettendo in luce una situazione diffusa in Giappone. Un sondaggio condotto quest’anno dai sindacati ha rivelato che quasi la metà dei lavoratori nel settore dei servizi, che rappresenta il 75% della forza lavoro giapponese, ha subito abusi verbali, violenza fisica e persino doxing da parte dei clienti.

Il fenomeno del kasuhara ha causato gravi problemi di salute mentale tra i dipendenti, come traumi psicologici e depressione, specialmente in aziende che non offrono un adeguato supporto. Si è registrato un aumento dei suicidi legati a queste molestie, come nel caso di un dipendente di 26 anni di una catena di fast food di Osaka che si è tolto la vita dopo essere stato oggetto di insulti da parte dei clienti. La sua famiglia sta ora chiedendo un risarcimento danni.