Flessibilità dell’orario di lavoro nell’Esercito italiano
Una nuova direttiva permette ai militari di lavorare su 4 giorni anziché 5
La settimana corta è diventata una realtà per l’Esercito italiano, grazie a una circolare del Reparto reclutamento dello Stato maggiore dell’Esercito che ha ufficializzato la possibilità per il personale militare di lavorare su 4 giorni anziché 5, in determinate condizioni operative e ambientali.
La direttiva sottolinea la distinzione tra riarticolazione dell’orario di servizio e flessibilità individuale. La riarticolazione è una misura collettiva adottata per esigenze operative specifiche dell’unità, senza considerare le esigenze personali dei singoli militari. La flessibilità individuale, invece, consente ai militari di adattare il proprio orario giornaliero all’interno di determinati limiti di inizio e fine, previa autorizzazione del comandante.
Francesco Gentile, segretario generale dell’Aspmi, ha commentato positivamente questa novità, definendola una vittoria per il lavoro dei militari. Secondo Gentile, l’attuale direttiva sull’orario di lavoro è già sufficiente per garantire la flessibilità senza ulteriori interventi che potrebbero distogliere l’attenzione da questioni più urgenti.
Il documento specifica che il comandante di corpo ha la facoltà di riarticolare l’orario di lavoro dell’unità in risposta a esigenze specifiche, con la possibilità di ridurre o estendere le giornate lavorative a seconda delle necessità operative. Questa flessibilità permette di mantenere la continuità operativa dei reparti e di garantire una maggiore attenzione alle condizioni del personale.
Attraverso questa iniziativa, il personale militare potrà godere di una maggiore flessibilità che bilancia le esigenze personali con quelle operative, contribuendo al benessere dei militari senza compromettere l’efficienza delle unità operative.