E-sport in Italia: la sfida per il riconoscimento ufficiale
Il Parlamento italiano discute la regolamentazione degli e-sport, considerando il loro potenziale economico e la necessità di definizioni chiare nel settore.
Una discussione di grande rilevanza si è aperta in Parlamento riguardo alla parità di trattamento tra i videogiochi e gli sport tradizionali. Le Commissioni riunite Cultura e Lavoro della Camera hanno ascoltato esperti del settore per discutere una bozza di risoluzione che mira a regolamentare gli e-sport in Italia.
Luigi Caputo, fondatore dell’Osservatorio Italiano Esports, ha sottolineato che la mancanza di definizioni chiare nel settore degli e-sport sta ostacolando il suo sviluppo. La mancanza di una definizione precisa di concetti come “pro player” o “competizione di videogiochi” crea incertezza per chi desidera investire in questo settore nel nostro Paese.
Il deputato del Partito Democratico Mauro Berruto, ex allenatore della nazionale maschile di pallavolo e responsabile nazionale Sport della segreteria di Elly Schlein, ha sottolineato l’importanza di considerare gli e-sport come una forma di competizione legittima. Il mercato dei videogiochi sta crescendo in modo esponenziale, con previsioni che indicano un volume d’affari fino a 522 miliardi di euro entro il 2027.
Il dibattito si concentra sulla possibilità di includere gli e-sport come disciplina olimpica, con il Comitato Olimpico Internazionale che sta valutando questa eventualità. Mentre nel resto del mondo il settore degli e-sport sta raggiungendo cifre straordinarie, in Italia siamo ancora lontani da tali numeri, con un giro d’affari annuo di circa quaranta milioni di euro.
Un esempio emblematico del potenziale degli e-sport è rappresentato dalla finale di un campionato mondiale di League of Legends, che ha attirato milioni di spettatori online e ha riempito lo stadio olimpico di Seoul. Gli e-sport non si limitano a emulare discipline sportive tradizionali, ma includono anche battaglie in mondi fantastici, offrendo un’esperienza unica ai giocatori e agli spettatori.
La questione dell’inclusione degli e-sport come disciplina olimpica solleva diverse questioni normative, considerando anche i montepremi milionari offerti in competizioni internazionali. Paesi come l’Arabia Saudita stanno investendo in questo settore, ospitando importanti eventi e competizioni.
Il Parlamento italiano è chiamato a legiferare per garantire lo sviluppo sostenibile degli e-sport nel Paese. È necessario creare un quadro normativo che regoli non solo le competizioni, ma anche le condizioni di lavoro dei pro players, spesso minorenni, e delle strutture che li circondano, simili a quelle delle squadre sportive tradizionali.
Il futuro potrebbe vedere una coesistenza tra gli e-sport e gli sport tradizionali, senza che l’uno escluda l’altro. Mentre personalità del mondo dello sport tradizionale possono sollevare dubbi sull’inclusione degli e-sport, è evidente che entrambe le forme di competizione richiedono impegno e preparazione specifica, ciascuna con le proprie peculiarità e sfide.