Cronaca

Sopravvivere all’orrore: le storie di Marco Ravaglia e Davide Fabbri

Marco Ravaglia sopravvive all'aggressione di Igor il russo, mentre Davide Fabbri viene ucciso da Ivan il Russo. Le storie di resilienza e dolore di vittime e comunità.

Sopravvivere all’orrore: le storie di Marco Ravaglia e Davide Fabbri

Guardare in faccia la morte e poterlo raccontare è un’esperienza che ha segnato profondamente Marco Ravaglia, assistente della polizia provinciale di Ferrara. Ravaglia è sopravvissuto all’aggressione del killer Norberth Feher, noto come Igor il russo, insieme alla guardia ecologica volontaria Valerio Verri. Questo drammatico episodio è al centro del podcast “A fari spenti”, realizzato dall’Agenzia di Informazione e Comunicazione della Regione Emilia Romagna, con la voce di Carlo Lucarelli, scrittore e presidente della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reato.

Ravaglia rivive quei momenti terribili dell’8 aprile 2017: mentre scendeva dall’auto, è stato colpito da proiettili che hanno causato gravi lesioni. Valerio Verri è stato ucciso, mentre Ravaglia è riuscito a sopravvivere fingendosi morto. Dopo l’aggressione, la vita di Ravaglia è cambiata radicalmente: non può più svolgere il lavoro che amava e i ricordi di quell’evento lo tormentano quotidianamente.

Ravaglia ha anche raccontato dell’incontro con la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reato, che gli ha permesso di adattare la sua abitazione alle nuove esigenze di mobilità. Carlo Lucarelli sottolinea l’importanza di queste azioni nel processo di ripresa e riabilitazione delle vittime di reato.

Un’altra tragica vicenda è quella di Davide Fabbri, il barista della Riccardina di Budrio, ucciso da Ivan il Russo il primo aprile 2017. Le immagini delle telecamere di sorveglianza del bar mostrano la drammaticità di quell’evento, con Fabbri che tenta di reagire all’aggressore armato. La situazione degenera in una colluttazione che porta alla morte del barista e a ferite per un cliente presente.

La caccia all’omicida Ivan-Norbert si apre nelle campagne emiliane, con agguati e ulteriori episodi di violenza. Alla fine, l’assassino viene catturato, processato e condannato, ma le cicatrici di queste tragedie rimangono indelebili nella memoria collettiva.