La lotta contro le discriminazioni legate ai capelli: la proposta di legge in Francia
La proposta di legge in Francia mira a punire le discriminazioni basate su taglio, colore e consistenza dei capelli, difendendo la libertà individuale e contrastando stereotipi e pregiudizi.
Come donna nera originaria della Repubblica di Guinea, mi trovo qui con le mie trecce e le mie parrucche. Fanta Berete, deputata della maggioranza di governo francese, ha raccontato in aula di come le sia stato suggerito di lisciarsi i capelli quando ha fatto domanda per certi lavori. Questa esperienza rappresenta la realtà di milioni di donne di origini africane che, fin da bambine, sono costrette a subire pressioni per nascondere la natura dei propri capelli.
Uno studio condotto nel 2023 ha evidenziato che negli Stati Uniti ben 2 donne nere su 3 modificano i propri capelli prima di un colloquio di lavoro. Inoltre, i capelli delle donne nere hanno più del doppio delle probabilità di essere considerati poco professionali. Queste esperienze, insieme a quelle di molte altre persone con dreadlocks, capelli rossi o calvizie, stanno portando in Francia alla discussione di una legge sull’argomento.
Il disegno di legge proposto da Olivier Serva, deputato del gruppo indipendente Liot, chiede che le discriminazioni legate al taglio, al colore, alla lunghezza o alla consistenza dei capelli siano considerate punibili con la condanna nel codice del lavoro, penale e civile, come avviene per altre forme discriminatorie.
Il testo è stato già approvato dalla camera con 44 voti a favore e due contrari, ma il suo futuro al senato è incerto, dato che il centrodestra è in maggioranza e potrebbe opporsi alla proposta. Alcuni oppositori ritengono che la questione sia superflua, poiché le discriminazioni sono già punite per legge, e che il governo dovrebbe concentrarsi su temi ritenuti più importanti e seri.
Tuttavia, Olivier Serva sostiene che l’adozione di questa legge consentirebbe a tutte le vittime di discriminazione legata ai capelli di poter fare appello alla legge e sottolinea che nessun datore di lavoro dovrebbe mai imporre a un dipendente di cambiare il proprio tipo di capelli.
La legge proposta mira a riconoscere e tutelare un’ampia gamma di esperienze, inclusa quella delle donne con capelli rossi o biondi, che spesso sono oggetto di commenti sessisti. Questo rappresenterebbe un passo importante nel contrastare le discriminazioni legate all’aspetto fisico e alla diversità dei capelli.
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