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Putin impone l’arruolamento obbligatorio: tensione tra Russia e Ucraina

Putin impone l'arruolamento obbligatorio in Russia mentre Zelensky chiede aiuti agli USA. Tajani commenta la situazione e l'Italia si prepara a sostenere l'Ucraina.

Putin impone l’arruolamento obbligatorio: tensione tra Russia e Ucraina

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che impone l’arruolamento obbligatorio nelle forze armate per il periodo da aprile a luglio. Secondo quanto riportato dall’agenzia Tass, il provvedimento coinvolge tutti i cittadini russi tra i 18 e i 30 anni che non sono nella riserva e che sono soggetti alla leva militare. Si tratta di 147.000 coscritti che, entro l’estate, saranno arruolati e potrebbero essere destinati a operazioni militari, incluso un possibile coinvolgimento in Ucraina. Il decreto prevede anche il congedo di soldati, marinai, sergenti e sottufficiali il cui periodo di leva è terminato. In autunno, erano stati arruolati altri 130.000 soldati.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un allarme riguardo alla situazione del suo paese, affermando che senza il supporto armato degli Stati Uniti l’Ucraina rischia di perdere la guerra contro la Russia. Zelensky ha sottolineato che il ritardo nell’arrivo degli aiuti statunitensi ha comportato una perdita di tempo prezioso. Ha inoltre evidenziato che l’Ucraina non può permettersi di diventare un oggetto di contesa politica tra partiti, poiché la posta in gioco è molto alta. Zelensky ha sottolineato che se l’Ucraina dovesse cadere, Putin potrebbe rafforzare il suo potere e dividere il mondo in alleati e nemici della Russia.

Il decreto sulla coscrizione della primavera 2004 in Russia
Il decreto sulla coscrizione della primavera 2004 in Russia

Zelensky ha specificato che l’Ucraina ha un urgente bisogno di missili Atacms (Army Tactical Missile System) per contrastare le minacce provenienti dalla Crimea, da dove la Russia lancia missili. Ha dichiarato che possedere tali missili potrebbe dissuadere la Russia dall’attaccare dalla Crimea, analogamente a quanto è avvenuto con le azioni della marina ucraina per proteggere le acque territoriali.

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato la situazione, affermando che la minaccia russa di colpire le basi degli F-16 non deve essere sottovalutata. Ha inoltre suggerito che Putin potrebbe utilizzare questa minaccia per distogliere l’attenzione dall’attentato al Crocus City Hall, che rappresenta una grave vulnerabilità nella sicurezza. Tajani ha ribadito che l’Italia non è in guerra con la Russia ma è pronta a fornire supporto all’Ucraina, inclusa la fornitura di munizioni e il trasferimento dei proventi degli interessi dei beni congelati russi.

Tajani ha espresso la speranza che il 2024 possa essere l’anno di una conferenza di pace che tenga conto delle richieste di autonomia, indipendenza e integrità territoriale dell’Ucraina. Ha sottolineato l’importanza di aiutare l’Ucraina a non essere sconfitta, poiché la resa non è un’opzione accettabile. Infine, ha dichiarato che, sebbene l’Italia non disponga dei missili richiesti dall’Ucraina, è legittimo fornire armi per la difesa, evitando però di colpire il territorio russo.