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Scandali e polemiche: Ursula von der Leyen sotto accusa

Ursula von der Leyen affronta scandali su presunti illeciti legati a Pfizer e favoritismi nell'assegnazione di incarichi, minacciando la sua posizione alla guida della Commissione europea.

Scandali e polemiche: Ursula von der Leyen sotto accusa

La corsa di Ursula von der Leyen verso la riconferma alla guida della Commissione europea è stata scossa da due scandali che hanno generato polemiche e critiche da parte dei suoi attuali alleati e della destra sovranista.

Da un lato, c’è il cosiddetto Pfizergate, che ha portato la Procura Ue ad aprire un’indagine su presunti illeciti legati all’accordo tra Bruxelles e Pfizer per la fornitura di vaccini anti-Covid. Dall’altro lato, c’è l’assegnazione di un incarico da 15mila euro netti al mese a un eurodeputato del partito di von der Leyen, sollevando dubbi su possibili favoritismi.

Questi scandali si inseriscono in un contesto politico complesso, con equilibri in bilico in vista delle prossime elezioni europee e con l’ipotesi sempre più concreta di un’alleanza tra il Ppe di von der Leyen e i conservatori dell’Ecr guidati da Giorgia Meloni.

Il Pfizergate rappresenta il principale scandalo giudiziario che potrebbe compromettere la posizione della leader Ue, con accuse di scambi di messaggi privati riguardanti l’accordo con Pfizer. L’inchiesta è stata avviata anche a livello europeo, con sospetti di illeciti ai danni dei fondi Ue.

Da parte loro, gli esponenti di Identità e democrazia hanno sfruttato il Pfizergate per attaccare von der Leyen, sollevando dubbi sulla trasparenza e l’integrità delle istituzioni europee.

Il Piepergate, invece, ha scatenato critiche da parte degli attuali alleati della leader della Commissione e del Ppe. Questo scandalo è nato dall’assegnazione di un incarico ben retribuito a un eurodeputato del partito di von der Leyen, suscitando polemiche su presunti favoritismi e mancanza di trasparenza nel processo di selezione.

Le critiche al processo che ha portato all’assunzione di Markus Pieper sono state sollevate da importanti esponenti dell’attuale esecutivo Ue, mettendo in discussione l’imparzialità del processo decisionale.