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Sfiducia a Salvini e Santanchè: la lotta continua

Le opposizioni perdono la sfida, ma mantengono la pressione sul governo. Possibile candidatura controversa nel PD.

Sfiducia a Salvini e Santanchè: la lotta continua

Dopo due giorni di votazioni sulle mozioni di sfiducia ai ministri Matteo Salvini e Daniela Santanchè, le opposizioni sono uscite sconfitte. Al Nazareno si riflette ora su come continuare a mettere pressione al governo Meloni, considerando il divario numerico in Parlamento e le difficoltà delle minoranze nel fare squadra.

La maggioranza ha respinto le mozioni di sfiducia presentate, difendendo i due ministri contestati. Il deputato Marco Furfaro, responsabile del welfare nella segreteria di Elly Schlein, ha sottolineato che è assurdo che un vicepresidente del Consiglio mantenga rapporti non ufficialmente smentiti con il partito di Putin. Inoltre, è inaccettabile che una ministra abbia fatto lavorare i propri dipendenti in cassa integrazione Covid, in un momento così delicato per il Paese.

La lotta per l’estromissione di Salvini e Santanchè dal governo continua, con l’obiettivo di agire prima che sia troppo tardi per Giorgia Meloni.

Durante le discussioni sulle mozioni, dalla maggioranza è stato fatto notare che continuando così, le opposizioni rischiano di restare all’opposizione per i prossimi trent’anni. Tuttavia, le opposizioni ribadiscono la necessità di interventi nel servizio sanitario nazionale, considerando che milioni di persone hanno difficoltà ad accedere alle cure a causa di problemi economici e lunghe liste d’attesa.

Allo stesso tempo, si avvicinano le elezioni europee e nel Partito Democratico si discute la possibile candidatura di Marco Tarquinio, noto per le sue posizioni contro l’aborto, il fine vita e il Ddl Zan. La linea del partito sui diritti civili rimarrà ferma, nonostante le differenze di vedute. La presenza di Tarquinio potrebbe portare una prospettiva diversa e arricchire il partito con la sua visione sui temi della povertà, dell’emarginazione e dei migranti.

Le preoccupazioni riguardo a una possibile incompatibilità con le posizioni del Partito Democratico sono affrontate, sottolineando che la coerenza del partito su questioni fondamentali non verrà mai tradita. La storia di Paola Binetti, eletta nel 2007 nel Pd e poi passata alla corte di Berlusconi per le sue posizioni incompatibili, non si ripeterà, poiché il partito ha definito chiaramente la sua linea politica su questi temi.